martedì 16 giugno 2009

Strage di Castel Volturno: Setola e i suoi gregari accusati di terrorismo

CRONACA Caserta – Questa mattina, la Squadra Mobile di Caserta, diretta dal Vice Questore dr. Rodolfo RUPERTI, ha dato esecuzione all'Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nr. 45855/08 R.G. N.R. 40547/08 R.GIP 395/09 R.O.C.C., emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti delle sottonotate persone già detenute per altro: SETOLA Giuseppe, di Luigi e DRAPPELLO Rosaria, alias "u' luongo", alias "'a puttana", nato a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 05.11.1970, anagraficamente residente a Casal di Principe (CE), Via Diaz – 1a traversa, nr. 15;CIRILLO Alessandro, di Luigi e D'ORTA Eufemia, alias "o' sergente", alias "u' Figluozzo", nato a Caserta il 12.11.1976, anagraficamente residente a Casal di Principe (CE), Corso Umberto I° nr. 612; LETIZIA Giovanni, di Adolfo e CONTE Teresa, alias "Giovanni o' Zuopp' ", nato ad Aversa (CE) il 24.11.1980, anagraficamente residente a Castel Volturno (CE), via Mezzagni nr. 1; GRANATO Davide, di Gennaro e RUFFO Concetta, nato a Napoli il 01.07.1975, anagraficamente residente a Castel Volturno (CE), parco Saraceno nr. 10 int. 5. Il provvedimento si riferisce a due dei più gravi episodi delittuosi perpetrati dal clan dei casalesi negli ultimi anni e di cui si è reso responsabile il gruppo di SETOLA Giuseppe ed in particolare alle stragi del 18 Agosto e del 18 Settembre 2008. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Caserta nel corso dei lunghi mesi che hanno visto le forze dell'ordine impegnate, con un dispiegamento di forze senza precedenti, nell'attività di contrasto del gruppo di SETOLA Giuseppe, responsabili di numerosi gravi episodi delittuosi, peraltro, hanno trovato suffragio in numerose perizie balistiche, nelle dichiarazioni di testimoni e collaboratori di giustizia, nei sopralluoghi e riscontri sul territorio, anche con l'acquisizione di numerose riprese dai sistemi di video sorveglianza installati sulla "domitiana". Il 18 agosto 2008, intorno alle 19.10, venivano esplosi numerosi colpi di arma da fuoco all'indirizzo dell'abitazione di Via Cesare Battisti nr. 1 di Castel Volturno, ove aveva seda l'Associazione Nigeriana campana e dove erano riunite 14 persone, tra cui 4 bambini, rimasti illesi solo perché giocavano all'interno della casa. L'agguato causava il ferimento di 6 persone, tra cui una donna, alcuni dei quali in modo grave avendo riportato ferite al capo o al torace, circostanza che non lasciava dubbi sui propositi stragisti ed omicidiari degli autori. Nella circostanza venivano impiegate tre armi diverse come risultato dal rinvenimento di 24 bossoli riconducibili ad un fucile mitragliatore Kalashnikov, ed altri 4 esplosi da due diverse pistole una cal. 9x21 ed una cal. 40. Nell'occasione i killer, che utilizzavano due moto ed un furgone un'Honda Transalp ed un'Honda CBR - di grossa cilindrata ed un furgone Fiata "Scudo". La ricostruzione degli investigatori della Squadra Mobile permetteva di ricostruire anche il ruolo dei protagonisti: GRANATO Davide impugnava la pistola cal. 40; SETOLA Giuseppe, disceso dal furgone Fiat guidato da ALLUCE Antonio, utilizzò il Kalashnikov sparando dopo avere appoggiato il mitra sulla inferriata del cancello, LETIZIA Giovanni, armato della pistola cal. 9x21, entrò all'interno del cortile. Le armi di SETOLA e LETIZIA dopo le prime raffiche si incepparono, circostanza che impedì che il gruppo attuasse il proposito di entrare nell'appartamento ed uccidere i presenti, circostanza, questa, confermata da SPAGUOLO Oreste che rivestiva un ruolo di copertura. Il successivo 18 Settembre viene perpetrata la c. d. Strage di Castel Volturno, 6 cittadini ghanesi, che si trovavano all'interno o nei pressi della sartoria "O. Ob. Exotic Fashions", rimangono vittima di un impressionante volume di fuoco esploso, si accerterà poi, con almeno 7 armi di modello e calibro diverso, sul posto venivano infatti repertati ben 125 bossoli riconducibili a due mitra cal. 7x62 tipo AK7 c. d. Kalashnikov, una pistola mitragliatrice cal. 9 parabellum, 4 pistole semiautomatiche (due cal. 9 parabellum, una cal. 9x21 ed una cal. 9x17). Il raid stragista, secondo la certosina ricostruzione della Polizia, fu fulmineo: durò, infatti, meno di trenta secondi. I killer nella circostanza giungono a bordo di una moto ed una fiat punto che si fermano all'altezza del civico 109761 della SS. Domitiana nei pressi della sartoria. Anche per tale episodio le investigazioni hanno consentito di attribuire un ruolo preciso ai protagonisti: CIRILLO Alessandro era l' autista della Fiat Punto, GRANATO Davide utilizzava una pistola semiautomatica 9x21, LETIZIA Giovanni impugnava una pistola mitragliatrice ed una semiautomatica, SETOLA Giuseppe un Kalashnikov, mentre il secondo era imbracciato da SPAGNUOLO Oreste Gli arrestati, oltre che rispondere delle due stragi, aggravate dagli omicidi e dalle gravissime lesioni cagionate alle vittime sopravvissute, rispondono ovviamente anche della detenzione e del porto delle numerose armi, comuni, da guerra e micidiali utilizzate e sequestrate in occasioni delle numerose operazioni di polizia.E' importante rilevare come l'ufficio del gip abbia confermato nell'odierno provvedimento la contestazione dell'aggravante della finalità terroristica delle stragi, finalizzate a destare il panico nella popolazione, ad ingenerare paura ed incutere terrore nella collettività, attraverso, appunto, azioni criminose violente, eclatanti ed indiscriminate, con l'obiettivo di minare la fiducia della cittadinanza nell'ordinamento costituito e indebolirne così le strutture. Al riguardo non era casuale neppure la scelta delle armi, da guerra, micidiali e comunque dotate di elevato potenziale offensivo. Per la prima volta, oltre all'aggravante di avere agito con metodo mafioso e della finalità di agevolare l'associazione mafiosa denominata clan dei casalesi, la magistratura ha riconosciuto ed applicato anche l'aggravante di avere agito con finalità di discriminazione ed odio razziale poiché le stragi erano indice di un odio indiscriminato che animava il gruppo di SETOLA che si fondava su un pregiudizio di razza in base al quale si voleva assoggettare l'intera comunità di colore che avrebbe dovuto sottostare alla volontà del clan. Per questo motivo l'intera comunità di immigrati di colore doveva sapere che qualsiasi cosa, lecito o illecito, essa facesse sul territorio necessitava dell'autorizzazione del clan e doveva sottostare al versamento di una tangente. L'ordinanza eseguita dalla Squadra Mobile questa mattina non è stata applicata a due dei protagonisti SPAGNUOLO Oreste e ALLUCE Antonio in quanto il primo è ,come noto, collaboratore di giustizia, mentre il secondo ebbe ad avere contestato il predetto capo d'imputazione al momento della sua cattura che poneva fine al suo stato di latitanza avvenuta in Villaricca (NA) il 07.11.2008 ad opera di personale della Squadra Mobile di Caserta. Fonte : Caserta News

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