Caserta - L'agguato: di prima mattina a Giugliano. Colpi di pistola e di kalashnikov nell'ufficio di una ditta di pompe funebri. Muore, ancor prima dell'arrivo dei soccorsi, Lorenzo Riccio, 47 anni. Un'esecuzione di chiaro stampo camorristico. Per efferatezza e decisione subito attribuita dagli inquirenti ai clan casertani.Il marchio della ditta (Russo & c) riporta subito gli investigatori ad un episodio estorsivo denunciato negli anni '90. Il titolare alzò l'indice contro i Casalesi.Chi ha sparato in via Oasi del Sacro Cuore? Lorenzo Riccio era incensurato e non aveva mai avuto alcun problema con la giustizia. La principale ipotesi formulata dai carabinieri che indagano è che il delitto sia un messaggio indirizzato al titolare della ditta di onoranze funebri che negli anni '90 denunciò esponenti del clan dei Casalesi nell'ambito di una indagine sul cosiddetto racket del ''caro estinto''. Se la pista del legame tra l'omicidio di stamattina e la testimonianza resa dal titolare negli anni scorsi venisse confermata, l'agguato di Giugliano potrebbe essere letto come un nuovo momento della strategia del terrore attuata negli ultimi mesi dal clan dei Casalesi. La cosca che imperversa nell'intero territorio della provincia di Caserta si è resa infatti responsabile di recente di una serie di agguati per tacitare chi collabora con la giustizia, scongiurare nuovi ''pentimenti'' di affiliati e punire chi si ribella al racket delle tangenti. Gli investigatori, alla luce dei recenti pesanti colpi subiti dal clan (la cattura dei presunti killer della strage di immigrati africani a Castel Volturno e le oltre 100 ordinanze eseguite nei giorni scorsi), ritengono anche che con l'omicidio di Giugliano i Casalesi abbiano voluto dimostrare di essere ancora in grado di gestire i traffici illeciti e, soprattutto, ammonire i recalcitranti per convincerli che nella zona comandano sempre loro a dispetto dei successi realizzati dalle forze dell'ordine. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Giugliano sono due i killer entrati in azione stamattina in via Oasi del Sacro Cuore dove si trova la sede della ''Russo e C.'', ditta di pompe funebri. Una volta portata a termine la missione, i sicari sono fuggiti a bordo di un'auto. Gli assassini, come emerso dai rilievi dei carabinieri, hanno utilizzato anche un kalashnikov, un tipo di arma spesso adoperato negli agguati dai commando dei Casalesi che proprio con uno dei mitra di fabbricazione russa ammazzarono i sei immigrati africani nella strage di Castel Volturno. L'omicidio di Riccio è il secondo in poche ore avvenuto in provincia di Napoli. Ieri sera infatti a Ercolano è stato ucciso Salvatore Scognamiglio, 53 anni, ritenuto vicino al clan locale dei Birra. Si trovava in via Cegnacolo quando due sicari, in sella a un ciclomotore, gli hanno esploso contro diversi colpi di pistola ferendolo al torace. Scognamiglio, che lavorava come muratore ed è residente a Ercolano, è stato trasportato su un'ambulanza del 118 all'ospedale di Torre del Greco, dov'è morto. L'ipotesi maggiormente accreditata dai carabinieri è che Scognamiglio sia stato vittima di una faida in atto tra i clan locali. L'uomo è ritenuto affiliato al clan Iacomino-Birra di Ercolano che si contrappone agli Ascione ed era stato arrestato nel giugno del 2007 nell'ambito dell'operazione 'Reset' che portò in carcere 54 persone. Era sottoposto all'obbligo di dimora nel comune di Ercolano.
Tornando all'omicidio di Riccio, i carabinieri del comando territoriale di Castello di Cisterna hanno lavorato per tutta la giornata su due piste: ad uccidere Riccio è stata forse la camorra napoletana (in quella zona domina da decenni il clan Mallardo) oppure i Casalesi. Non è solo la vicinanza territoriale (Giugliano non è molto distante dal territorio casertano) a fare ipotizzare che i sicari fossero dipendenti della cosca guidata da Francesco Schiavone detto 'Sandokan', ma anche la circostanza che il titolare di Riccio tra il '94 e il '95 nell'ambito di un processo sul racket del 'caro estinto' aveva testimoniato contro i Casalesi. Una vendetta dopo tanti anni? Non è da escludere: qualche mese fa un altro imprenditore, Domenico Noviello era stato ucciso per avere testimoniato negli anni '90 contro i Casalesi. L'efferatezza dell'esecuzione conduce alla pista casalese.
Poi, pochi minuti fa - scriviamo alle 23.00 - la rivelazione di Sandro Ruotolo in diretta ad Anno Zero su Rai2: a sparare - dice Ruotolo, collegato attraverso un auricolare a chi gli dà la notizia - è stato Peppe Setola in persona. Il capo dei Casalesi scende in strada, gravato da una patologia che lo rende semicieco, nonostante il Casertano sia presidiato in ogni dove dalle forze dell'ordine? L'omicidio Riccio diventa un giallo. Fonte: Caserta C'è
venerdì 3 ottobre 2008
Peppe Setola in persona ha sparato poche ore fa a Giugliano
Pubblicato da News Caserta Online alle 08:57
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