Castelvolturno - Entrambe le abitazioni in cui sono stati catturati i tre latitanti ritenuti responsabili dell'eccidio degli africani a Castelvolturno, secondo le verifiche effettuate dai carabinieri, sarebbero state affittate attraverso un'agenzia immobiliare a partire dallo scorso mese di giugno o ad agosto per 900 euro al mese. ''Nel blitz - ha ricordato il colonnello Burgio intervistato dalla trasmissione 'La vita in Diretta' - nelle due case sono state trovate sei pistole di vario tipo e successivamente sono emersi elementi dai quali si è stabilito con sicurezza che le armi ritrovate sono state impiegate in tutta la serie degli ultimi omicidi: si tratta di due kalashnikov e di un fucile a pompa. Inoltre abbiamo rinvenuto giubbetti raffazzonati simili a quelli utilizzati dalle forze dell'ordine''. Ma ciò che più risalta all'occhio è la normalità in cui vivevano i latitanti. ''Il latitante - prosegue il colonnello - deve rimanere a casa propria. Se va via non ha più il potere sul territorio e non può più operare, non può intimidire. Deve rimanere nel suo territorio per il valore che ha per sé e per la propria organizzazione''. Burgio torna sulle modalità dell'operazione che ha portato all'arresto dei latitanti: ''Al momento in cui si è avuta la certezza della presenza dei ricercati nelle due villette - spiega - è stato prima mandato avanti del personale che ha bloccato le strade circostanti. Successivamente gruppi di person,e che noi chiamiamo aliquote di sicurezza, hanno preso posizione a breve distanza per tenere sotto controllo le finestre e scongiurare il pericolo della fuga. Quindi siamo entrati in azione''. ''E' stato pianificato tutto nei minimi particolari - aggiunge il capitano Costantino Airoldi, a capo del nucleo operativo dei Carabinieri di Caserta che ha coordinato i 50 uomini che hanno attuato il blitz - siamo stati avvantaggiati dal fatto che gli arrestati sono stati colti alla sprovvista al momento dell'irruzione. Si sentivano sicuri a casa loro, anche per l'ubicazione fuori provincia dell'abitazione. Il particolare che ci ha sorpreso è stata l'ingente quantità di armi ritrovata''. Intanto emergono ulteriori particolari sullo stile di vita dei tre latitanti catturati: quasi sicuramente i vicini di casa erano all'oscuro della loro reale identità. I tre infatti avevano accreditato l'idea che fossero produttori di vino. Spesso, infatti, regalavano bottiglie di vino in cambio di basilico e limoni. Fonte: Caserta C'è
venerdì 3 ottobre 2008
I tre macellai dei Casalesi hanno affittato i covi da un'agenzia. Regalavano vino in cambio di basilico e limoni
Pubblicato da News Caserta Online alle 08:59
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