Caserta - "Anche gli ingegneri strutturisti, nel loro piccolo, si incazzano". C'è da fare il verso al libro milionario di Gino e Michele sulle formiche, che rubarono il titolo a Marcello Marchesi, per raccontare la scena del parlamentino cittadino, preannunciando ai nostri lettori che finora, salvo sfracelli di qualche kamikaze fatto fuori dal "giro", non c'è nulla di particolarmente nuovo da raccontare sulla questione Macrico e sul suo progeto milionario rispetto a quello che già abbiamo scritto negli ultimi due giorni.Al sindaco Nicodemo Petteruti piace con puntiglio fare la ramanzina. Usa parole antiquate e poco usuali, come per esempio "guiderdone" (se arrivassero le Iene in Consiglio a far domande, azzeccherebbe la risposta forse solo il professor Ventre).Petteruti fa la ramanzina a tutti. E' invasivamente autoreferenziale, fino allo spasimo. La sua professione, coltivata all'ombra di una consulenza o alla luce di un incarico negli anni passati, ha costruito la foggia di un uomo che conserva (lo si vide anche in campagna elettorale) quasi tutto. Delibere, atti, fotocopie,ritagli di giornali. E li tira fuori dalla sua fervida mente di professionista, gratificando ogni volta l'ego di quanti, come il Grande Vecchio di via San Carlo, un giorno decisero: "il nostro uomo per il dopo Falco è Nico".Bastona due architetti di grido della Caserta che conta come Servino e Cutillo, che collaborarono al progetto Boeri per l'ex area militare. Sono di sinistra, ma che fa? A lui non sta bene la "O" di Boeri e rispolvera il livello di natura sismica della nostra città che non la reggerebbe. Legge tutto d'un fiato l'elenco delle opere che "la giunta che fu" voleva sull'area. E così è servito pure l'ex assessore all'Urbanistica Gianni Mancino che, guarda il destino, con Biagio Esposito fu uno dei registi del "golpe argentino" che mandò a casa il pediatra di Dragoni per spianargli la strada.Si dice corroborato dalle recentissime frequentazioni con il vescovo Nogaro ma poi bestemmia ("Perdio, mi devono delle scuse quanti mi hanno chiamato bugiardo, palazzinaro e affarista!"). E "brucia" i Te Deum di Nogaro: hanno prodotto "solo fumo". Il clero dell'Istituto Diocesano? E' fatto di uomini in carne ed ossa: "Hanno anche loro pulsioni e, perchè no, appetiti".Manda un segnale alla Ucciero, ex boselliana ora in quota azzurra, ricordando le concertazioni della giunta di centrodestra con l'assessore regionale Marco Di Lello.E' un fiume in piena: arriva ad accusare di "omissione" i suoi stessi uffici che non hanno consegnato la copia del progetto all'alleanzino Marco Cerreto. Però, toh!, ce l'ha Nicola Garofalo, capogruppo dei cosentiniani. E non ce l'ha Peppe Greco, che con Pierpaolo Puoti terrà poi a distinguere la posizione dei zinziani dall'indistinto gruppo del Pdl.Petteruti al Pdl e alla minoranza tende la mano: "Dobbiamo portare a casa il risultato per la città". Gliel'ha detto al telefono anche Gianni Letta: "Il tempo scorre, la morte sta arrivando". Una frase che fa correre le mani in posti inconfessabili anche ai più educati casertani presenti in Consiglio. Maria Carmela Caiola, ex collega di giunta di Sandro De Franciscis, va e viene. Sergio Tanzarella resta seduto fino a quando parla. A loro e a Garofalo che ha sollevato il problema, Petteruti dice: "Non me ne frega niente di fare uno, dieci o centomila metri cubi in più". C'è da prenderlo in parola, ma non lo fa nessuno. Il gruppo Pd è rilassato, manca all'appello iniziale solo Franco Capobianco, chissà in quale città italiana o europea trattenuto da uno dei suoi tanti impegni derivanti dalla pluridelega che gli ha affidato in Provincia De Franciscis. C'è anche Raffaele Ceceri, il padre di Chicco, sereno come non mai. C'è Paolo Caterino, padre di Giacomo, cui si deve la trasmigrazione del nome di Sandro De Franciscis nientedimeno che nelle carte di un paio di fascicoli della procura della Capitale. Ci sono tutti, arriva in ritardo solo Riccardo Ventre. C'è il neo-consigliere Antonio Di Lella, rammaricato di vedere, sui banchi della maggioranza, consiglieri che erano al suo fianco nell'amministrazione di centrodestra. Ma, dice, "c'è sempre tempo per recuperare".Petteruti parla per quasi due ore. Fa a pezzetti, a modo suo, le critiche che gli hanno fatto. Più tardi, quasi in dialetto, l'indipendente Nello Spirito dirà: "Ma ci vuole tanto ad accorgersi che a Caserta non c'è uno a cui piaccia questo progetto".Ma "il tempo corre". Lo ha capito pure Enrico Guglielmo. Proprio oggi, sembra meravigliarsene anche il sindaco, è arrivata in Comune una nota della soprintendenza che elenca minuziose prescrizioni ma pare allertare il Comune a provvedere "in corsa". Prodigi della posta! Un soprintendente, da mesi nell'angolo tra ispezioni regionali e segnali da Roma, da quel ministero retto dall'ex comunista Sandro Bondi, proprio nel giorno del Consiglio fornisce un assist alla eoria del "fare presto, fare presto, fare presto". Perchè la morte sta arrivando, lo ha deto pure Gianni Letta. Autore: g.g. - Fonte: Caserta C'è.
mercoledì 8 ottobre 2008
Macrico, Petteruti "rompe" con tutti
Pubblicato da News Caserta Online alle 08:48
Etichette: caserta politica, Macrico, newscaserta.net, Petteruti "rompe" con tutti, Politica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento