giovedì 4 settembre 2008

Una pista di skateboard ai piedi dell'Anfiteatro

S. Maria C. V. – Capita spesso,in estate, anche a chi, in età matura (professionalmente parlando, si intende) si è convertito alla web tecnology, eleggendo questa a principale strumento di comunicazione per il futuro, smanettare, durante i pomeriggi estivi poveri di notizie, saltellando da un sito all’altro senza una ratio precisa. E così ci è capitato di fare anche oggi pomeriggio, quando attendendo le ultime sul rimpasto all’Amministrazione provinciale, abbiamo fatto un salto, telematicamente parlando, nel sito del Comune di Santa Maria Capua Vetere. A un certo punto abbiamo pensato che il buon Giudicianni, in navigazione, accompagnato dalla sua consorte, nelle fredde acque della Norvegia, nel vivo di una crociera nel Mare del Nord, avesse concesso ai visitatori del sito la possibilità di un passatempo estivo: un nuovo videogame consistente nel far pattinare un omino, magari spassosamente effigiato con la trippa di Campochiaro, in una pista attorno a un Anfiteatro virtuale. No, non era così. E anche questa volta capita di dover verificare che a Santa Maria Capua Vetere, spessissimo, la realtà travalica i confini della fantasia, della bizzarria, della bislaccheria. Come si può vedere linkando il sito del Comune (clikka sulla scritta arancione alla fine di questo articolo o su quelle azzurre sotto i titoli in home page e nella sezione Provincia – Santa Maria Capua Vetere/S. Tammaro), sotto all’Anfiteatro ci vogliono costruire veramente una pista: una pista di skateboard, nemmeno del più civile ed europeo pattinaggio, in omaggio a una specialità caciarona che si pratica sulle note del rap, che va di moda soprattutto in America. Ora, cosa ci azzecchi lo skateboard o anche il campo di calcetto (anch’esso previsto nel progetto, con diversi campi di bocce: ve li immaginate i vecchietti puntare il pallino a ritmo di rap!) lo potremmo scoprire solo indagando nei potenti ingegni dei titolari della potestà amministrativa. Chissà cosa ne penserà Maria Luisa Chirico, che sulla carta e, a quel che ci risulta, anche nella sostanza, è una docente universitaria della facoltà di Lettere Antiche. E non ci venissero a raccontare boiate su presunte contaminazioni tra antico e moderno, magari ricorrendo a qualche ardito paragone con grandi musei europei. In quel caso (vedi il Louvre di Parigi) esiste un’identità talmente forte, talmente visibile di città che è di per se stessa, “monumento” a prescindere, che la licenza diventa accettabile come sperimentazione di qualcosa che, comunque, non può ledere quella identità, tanto colma di tesori, tanto piena di storia che parla, da non sarà mai condizionata, offuscata da una intromissione moderna. Ma a Santa Maria, buon Dio, altro che città monumento! Siamo ancora all’anno zero. E’ da almeno trent’anni che si attende la nascita di un parco archeologico, cioè di una base di partenza per riscattare l’identità e l’eredità storica di questa importantissimo centro dell’antichità romana. Alla fine degli anni Ottanta, Nicola Di Muro andò vicinissimo a una prima semplice, concreta e seria realizzazione: tre parchi, uno all’ingresso orientale verso San Prisco, con le mura antiche e la fornace etrusca, un secondo parco archeologico a margine di via Pezzella e dell’asse via Albana – via Kennedy dove, al tempo, c’erano importanti scavi in atto, il terzo parco archeologico proprio attorno all’Anfiteatro con la creazione di un normalissimo, ma efficacissimo museo all’aperto debitamente attrezzato in una piazza I ottobre completamente rimessa a nuovo nel rispetto di tutto quello che al suo fianco sorgeva e sorge ancora. Poi le cose andarono come andarono e non se ne parlò più. Ora, se è vero che i quattrini a disposizione sono pochi, che il parco a tema della Stu resta un’evenescente dichiarazione di intenti; se è vero che la Sovrintendenza chiese a suo tempo la costruzione di una recinzione che proteggesse i i beni archeologici e i reperti, se anche in questo caso la richiesta è stata rispedita al mittente perché i soldi mancano, è anche vero che bisognerebbe evitare di scadere nel ridicolo solo perché la stiva è vuota. Professoressa Chirico, per carità! Se lei veramente ha dato il via libera a questa autentica cazzata, è giusto cominciare a dubitare anche della sua consistenza culturale. Se non è così, allora telefoni a chi si occupa di quel sito affinché rimuova seduta stante quella ridicola foto della pista di skeat davanti al secondo anfiteatro romano (prima c’è solo il Colosseo) che esiste al mondo per ordine di importanza. Autore: Gianluigi Guarino - Fonte: www.casertace.it

1 commenti:

alex ha detto...

woooooow una pista di skate mitico nn vedo l'ora di andare a skeitare sulla pista. grz sindaco giudiciannisei il migliore per quando sono previsti la fine dei lavori???? mi raccom ando rispondetemi. grz e arrivederci ciao ciao