martedì 30 settembre 2008

Ora il capo è Setola: la Finanza gli sequestra beni per 10 milioni

Caserta - Ieri è stata effettuata nel Casertano un'operazione della Direzione investigativa antimafia di Napoli e della Guardia di finanza di Marcianise in collaborazione con la questura di Caserta. Decine di perquisizioni sono state effettuate tra Casal di Principe e San Cipriano d'Aversa alla ricerca di latitanti ed affiliati al clan camorristico dei Casalesi. Nell'ambito dell'operazione, coordinata dalla Dda di Napoli, militari della Guardia di finanza e poliziotti hanno proceduto anche al sequestro di beni mobili ed immobili ritenuti nella disponibilità di presunti affiliati all'organizzazione ed in particolare di Giuseppe Setola, uno dei latitanti itra i responsabili dei sanguinosi agguati registrati negli ultimi tempi tra Castel Volturno e l'Agro Aversano. Appartamenti, immobili, garages: la Finanza fa piazza pulita, per un totale di un milione di euro, intorno al superlatitante Peppe Setola, al vertice dell'ex fazione bidognettiana dei Casalesi, ora in mano a lui e ad Alessandro Cirillo. L'operazione, a cui hanno partecipato un centinaio di uomini della Dia, delle Fiamme Gialle di Marcianise e della polizia di Caserta, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Una vera e propria "botta d'immagine" negativa per il camorrista. Senza risorse e guadagni dagli investimenti della cosca, ora è un po' più solo. Può contare solo sui soldi delle estorsioni, comunque una cifra considerevole. Basti pensare che solo Anna Carrino, ora pentita, otteneva dal clan, per le sue spese personali, una somma mensile di 50mila euro. Tra i beni sequestrati anche un elegante bar, inaugurato solo cinque giorni fa a Casal di Principe, e 20 appartamenti. Il provvedimento di sequestro preventivo è stato adottato dal Tribunale di Napoli, su richiesta dei magistrati della Dda Giovanni Conzo e Raffaello Falcone. I beni sequestrati al latitante Giuseppe Setola sono risultati intestati al fratello, Pasquale, alla moglie Giovanna Baldascino, alle sorelle di quest'ultima Fortuna e Lucia, al suocero Emilio Baldascino. Il provvedimento della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli ha riguardato oltre al lussuoso bar di Casal di Principe e a i 20 appartamenti tra Casal di Principe e San Cipriano d'Aversa, vasti appezzamenti di terreni agricoli e vaste aree edificabili, una cooperativa edile e costosi macchinari ed automezzi per l'edilizia, attrezzature di un cantiere aperto a Pontecorvo, nel basso Lazio e disponibilità bancarie, sulle quali sono ancora in corso accertamenti della Guardia di Finanza di Marcianise, in alcuni istituti di credito. Secondo gli investigatori, i beni sequestrati sarebbero stati acquisiti con i proventi delle estorsioni e dei traffici illeciti, soprattutto lo spaccio di sostanze stupefacenti, che sul litorale casertano è affidato a gruppi di extracomunitari africani, controllati, però, dalla cosca. Setola è ritenuto capo del gruppo di scissionisti della cosca, del quale farebbero parte un altro latitante, ritenuto tra i 30 piu' pericolosi d'Italia, Alessandro Cirillo, nonche' Giovanni Letizia, Emilio Di Caterino e Pietro Vargas. Il gruppo è ritenuto responsabile di una lunga serie di agguati mortali, iniziati nel maggio scorso con l'uccisione d Umberto Bidognetti, padre del pentito Domenico, fino alla strage di Castel Volturno. Fonte: http://www.casertace.it/

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