mercoledì 12 marzo 2008

Diossina nel latte: Fecondo sequestra 500 bufale e tre allevamenti

Caserta – Con un comunicato scritto di getto poco prima delle 20 dall’ufficio stampa del Comune di Marcianise, si raddoppia la notizia sull’allarme diossina. Il sindaco Filippo Fecondo, ha disposto oggi il sequestro di tre allevamenti bufalini che hanno sede sul suo territorio. Lo ha fatto su proposta del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Ce1: gli ispettori del servizio veterinario dell’azienda diretta da Francesco Bottino avevano proposto l’adozione delle ordinanze sulla scorta di una segnalazione degli uffici dell’Asl Ce2, i cui organi ispettivi avevano riscontrato, presso un caseificio di Gricignano di Aversa, la presenza di diossina in quantità superiore alla norma nella mozzarella di bufala prodotta.Sequestro cautelativo, quindi, che ferma la produzione di latte di circa 500 bufale per individuare in quali dei tre allevamenti presenta una percentuale di diossina superiore alla norma. Gli animali ed il latte sequestrato sono stati affidati in custodia amministrativa ai produttori in attesa degli esiti degli ulteriori esami. Il fatto non è collegato all’episodio del sequestro di mozzarella avvenuto a Caserta, proveniente da un caseificio sito in un altro comune dell’Aversano.L’episodio richiama però alla mente quelli precedenti, analoghi e più gravi, sempre avvenuti a Marcianise. 5 anni fa - esattamente il 10 marzo 2003 - la Procura di Santa Maria Capua Vetere sequestrò vari allevamenti bufalini della zona. Il motivo era sempre l’aumento, oltre la norma, del tasso di diossina nel latte delle bufale. 5.700, alla fine, i capi che furono destinati all’abbattimento, coinvolta anche la Visocchi, che poteva contare su uno degli allevamenti più grandi d’Europa: 50 i dipendenti a rischio, molte ed animate le proteste, interessati tavoli della prefettura e del governo. Tre mesi dopo, la Procura sammaritana ordinò anche il sequestro di 30mila quintali di letame avvelenato da diossina e furani.Il 24 ottobre del 2006 Mimì Zinzi interrogava il ministro dell’Ambiente proprio per protestare contro la permanenza del letame nell’area dell’ex azienda Visocchi e per accertare i danni a terreni e falde acquifere.Perché la Visocchi era diventata ex, nel frattempo. Tutto dentro una vicenda, a metà tra l’allarme diossina, il malaffare, la camorra e le indagini giudiziarie tra Santa Maria Capua Vetere e Salerno, curate anche dall'attuale procuratore sammaritano Corrado Lembo, che porta in galera tra gli altri un funzionario regionale di Caserta e coinvolge, per altri aspetti, proprio Mimì Zinzi. Una vicenda raccontata in alcuni articoli del Mattino che diventarono un mini-dossier del sito web dei Verdi di Maddaloni (leggi nel link). E Zinzi, mai disattento alle vicende che interessano e coinvolgono il suo naturale territorio di riferimento elettorale, tornerà alla carica con l’Asl Ce1 sull’allarme diossina e tumori ancora recentemente.A casertace.it, nel gennaio scorso, il direttore generale dell'Asl Ce1, Francesco Bottino rassicurava circa i dati delle indagini effettuate nella zona di Marcianise in merito all’allarme tumori. Oggi un nuovo sequestro di bufale a Marcianise, nato dall’allarme diossina e suggerito a Fecondo proprio dall’Asl Ce1.

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