martedì 19 febbraio 2008

Notti gratis al Grand Hotel per il funzionario corrotto

Santa Maria Capua Vetere - Vallo della Lucania. Innocenti evasioni come mazzette, «pernottamenti» all’hotel Vanvitelli di Caserta come scrive il gip di Santa Maria Capua Vetere con riferimento elegante alle abitudini di uno degli arrestati, Cesare Augusto Iacovitti, geometra nato sulle montagne abruzzesi, venuto nel Cilento ai tempi di Costantino Rozzi e della costruzione del primo tratto della Cilentana, ma residente da decenni a Vallo della Lucania. «Pernottamenti», da Vallo a Caserta per il geometra noto anche per la bravura di maestro di sci e di tennis? Innocenti evasioni? «Roba da uomini veri», ti sussurrano nell’Asl di piazza dei Martiri terremotata dopo il blitz con le onde sismiche che arrivano dalla magistratura casertana nota qui da tempo e non solo per le ultime raffiche di arresti in casa Udeur. Ora nell’Asl non si sa più chi dovrà firmare ordini di acquisto o gare di appalto. C’è chi è in cella, a pochi metri dall’ufficio, in un carcere tradizionalmente destinato a condannati per reati sessuali. C’è chi è agli arresti domiciliari, anche in questa circostanza non lontano dagli uffici. Quanti ne sono stati arrestati? Dove stanno? La settimana inizia a Vallo con le sirene del blitz dell’inchiesta della Procura su circa un chilo di cocaina sequestrata a Agropoli con ventisei arresti. Le sirene si confondono e rendono ancor più tesa l’aria. La Finanza è sull’antidroga, la tributaria delle Fiamme Gialle che arriva da Santa Maria Capua Vetere e per arrestate i protagonisti della truffa Asl. Ma la prima notizia che arriva alle orecchie dei colleghi degli arrestati è quella corruzione atipica, che sarebbe avvenuta senza pas saggi di soldi ma con pagamenti in natura: una lussuosa camera di albergo pagata dal fornitore dell’Asl, oppure un confortevole condizionatore per casa propria e anche di qualche parente, tanto per esser munifici. O, ancora, con l’assunzione di un cognato come nel caso di Di Motta, parente di Iacovitti, dell’ufficio tecnico aziendale. Oppure in natura, come capita a Salvatore Fiorillo, capo del provveditorato dell’Asl di Vallo, cioè l’uomo che decideva l’assegnazione degli appalti, dalle matite alle più sofisticate apparecchiature tecnologiche. Salvatore Fiorillo è di animo buono e stimato dai colleghi. Per lui c’è un condizionatore d’aria che Davide Gallo, l’imprenditore al centro della rete truffaldina, gli fa montare a casa. Un dono, secondo l’accusa. Potrà anche forse averlo pagato ma fatto è che un altro condizionatore raggiunge l’abitazione del cognato Federico Rossi, docente universitario. Stanze d’albergo prenotate e pagate dall’imprenditore, condizionatori d’aria per casa come regali. Fin qui la corruzione? Per ora sì, dicono i magistrati di Santa Maria Capua Vetere. Perché flussi di danaro, stando all’accusa, non ve ne sarebbero nonostante l’ingente movimento di appalti e forniture alla Tecnogest, beneficiaria di 5 milioni di euro per lo più affidati a trattativa privata. Sarebbero stati liquidati, secondo l’accusa, sulla base di fatture false, di falsi rapporti di lavoro e di falsi verbali di aggiudicazione delle gare. A partire dal gennaio 2002, Claudio Furcolo lascia la guida dell’ospedale di Caserta e prende servizio a Vallo della Lucania come direttore generale. È qui che, secondo l’accusa, Furcolo avrebbe esportato il sistema già sperimentato con Gallo all’azienda ospedaliera di Caserta. La notizia è un nuovo terremoto, qui a piazza dei Martiri. Perché è come se fosse una replica del sisma del giugno del 2006, quando arrivarono i primi arresti per Fuorcolo e per Gallo. Tutti pensavano che l’inchieste si sarebbe fermate lì, mai ad immaginare che avrebbe determinato una replica così forte da decapitare i vertici dirigenziali della spesa dell’Asl. Erano tutti gli uomini di Furcolo, secondo l’accusa. Salvatore Fiorillo, Bartolomeo Troncone, Cesare Augusto Iacovitti, Raffaele Epifania. Erano loro, per il pm, a garantire la regolarita formale delle procedure di aggiudicazione degli appalti ma che in realtà erano truccati.
Autore: an.man. - Fonte: www.ilmattino.it

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