martedì 19 febbraio 2008

L’ex manager del San Sebastiano «Sono innocente e perseguitato»

Caserta - «Viviamo in un’Italia maledetta. Sono perseguitato dalla procura di Santa Maria Capua Vetere. Io non ho mai toccato una lira che non mi spettasse per legge. Vogliono farmi passare per delinquente, mai io non sopporto più questo linciaggio. Mi difendo oggi, mi difenderò domani. Ma il fatto che su di me resti l’onta di una accusa così grave e infamante come la corruzione non lo tollererò. E, vista la lungaggine delle inchieste in Italia, prego solo Dio di farmi vivere il giorno della riconosciuta innocenza…». È nella sua casa di Scario, Claudio Furcolo, l’ex direttore generale dell’Asl di Vallo e prim’ancora al vertice dell’azienda ospedaliera Caserta. Risponde al telefono, di persona. È un fiume in piena, spesso aiutato da una difesa familiare che arriva amplificata dal telefono. «Io sono innocente, altro che soldi, basta verificare i miei conti bancari...». «Io non ho mai toccato una lira» è il refrain di Furcolo che aggiunge di «giurare su Dio». Perché lui spiega, sia pure come doverosa linea difensiva, che anche quell’acquisto dell’appartamento a Milano alla figlia è frutto dei suoi risparmi. Oltre che del lavoro della figlia stessa. «Allora facciamo la storia di questo acquisto. Mia moglie acquista l’appartamento pagando 350 mila euro in contanti e contraendo un mutuo di altri 150 mila euro. Di questi soldi c’è traccia bancaria, sia con i depositi, sia con il mutuo, sia con tutto il danaro versato». Allora è una invenzione la mazzetta di 250 mila euro che Davide Gallo le avrebbe versato proprio per acquistare quell’appartamento? «Certo, e non ho timore a dirlo». Ma come si ritrova Gallo in questa storia? «Perché lui si presentò a me chiedendomi aiuto per le gare di appalto. Io non lo conoscevo neppure. Gli risposi: guarda che le gare si vincono dopo aver espletato tutte le formalità di rito. Io di queste cose non ne faccio...E allora, mi rispose lui, mi dovete ritornare 250 mila euro che io vi avevo messo su un conto bancario per l’acquisto dell’appartamento a Milano...». Roba del tutto anormale per una persona che lei non conosceva neppure. «Eppure, è così. Tant’è che dissi a mia moglie di questa stranezza e conclusi che avrei denunciato tutto alla magistratura. Ma in famiglia valutammo il fatto che non avendo avuto e incassato soldi, né rapporti con questo signore, avrei potuto soltanto innescare una miccia con gente di malaffare. Tutto qui». Ma nessuno potrà credere mai che il progetto di acquistare un appartamento a Milano fosse di così pubblico dominio. «Noi avevamo chiesto a più persone a chi rivolgerci, si sapeva che volevano acquistare questo appartamento, sessantotto metri quadrati, in un cortile di Milano. E questo signore aveva saputo di questa notizia».
Autore: an.man. - Fonte: http://www.ilmattino.it/

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