S. Maria C. V. - Bruno Contrada, in carcere per associazione mafiosa, oggi pomeriggio è stato dimesso dall’Ospedale di Santa Maria Capua Vetere Sono estremamente preoccupato: ieri pomeriggio sono stato per circa due ore in Ospedale, al capezzale di Bruno Contrada, un vecchio ridotto pelle ed ossa. Apprendo pochi minuti fa che, dopo l’ennesimo accertamento clinico cui è stato sottoposo nella giornata di oggi, fatti tutti in un giorno, l’ex Dirigente Generale della Polizia è stato dimesso dal nosocomio ed in quelle condizioni fisiche nonchè psichiche ha fatto rientro nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Continua così il terribile calvario e la disumana tragedia che devasta Bruno Contrada da oltre quindici anni. Ciò vuol dire che le sue condizioni di salute ormai non possono migliorare neppure in ospedale. Quanto durerà l’angosciosa agonia di questa creatura umana martoriata da tutti? Continuo sempre a chiedermi: “perché non lo mandano a casa a morire nel suo letto?”. In carcere non lo vogliono, tant’è che lo mandano in ospedale; in ospedale non lo vogliono tant’è che lo rispediscono al mittente: che fine deve fare quest’uomo in attesa di andare al cimitero, come tutti prima o poi? Bruno Contrada a Palermo non andrebbe a vivere in una villa di lusso, ma in un piccolo appartamento, una modesta casa popolare, per stare vicino a sua moglie Adriana, anziana e per questo acciaccata come lui. Chiunque abbia un cuore e un minimo senso d’umanità prova sdegno, semplicemente sdegno, per quanto è accaduto e per quanto sta accadendo, ma se qualcuno pensa incautamente che, con la morte di Bruno Contrada, finirà la battaglia per la verità e per la giustizia sbaglia di grosso: del caso Contrada se ne parlerà almeno per i prossimi cento anni! Avv. Giuseppe Lipera
Fonte: www.caserta24ore.it
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