sabato 16 febbraio 2008

Discarica illegittima e illegale di Lo Uttaro – diffida all’ulteriore utilizzo.

Caserta - La richiesta di dissequestro temporaneo della discarica Lo Uttaro per verificare la possibilità di riutilizzarla per lo sversamento di rifiuti presuppone, da parte del Commissario Straordinario e della struttura che con lui collabora, un totale disinteresse per la tutela della salute delle 200.000 persone che vivono nei dintorni, già messa seriamente in pericolo dai precedenti provvedimenti illegittimi dei Commissari che l’hanno preceduto, e l’assoluta ignoranza delle vicende giudiziarie e legislative che hanno interessato e che interessano quella discarica e che hanno portato alla sua chiusura, il 20 novembre u.s., a mezzo di due provvedimenti giudiziari della magistratura civile e penale arrivati contemporaneamente a mettere la parola fine sulla possibilità di utilizzare quell’invaso per ulteriori attività di sversamento di rifiuti. Né in alcun modo possono considerarsi operazioni di messa in sicurezza quelle dirette, come si apprende dagli organi di stampa, a riempire la discarica con 30.000 tonnellate di presunto FOS (che come è ormai noto a tutti in Campania non viene prodotto da alcun impianto di CDR e che altro non è se non rifiuto tal quale tritato). Ed è per questo che il Comitato Emergenza Rifiuti si è visto costretto, come ha già fatto più volte con i predecessori del Dott. De Gennaro, a scriver questa lettera con la quale ricordare al Commissario brevemente i motivi che impediscono di riaprire quella discarica e che dovrebbero spingerlo a ricercare una volta per tutte soluzioni tecnicamente idonee, legittime, legali e non pericolose per la salute della popolazione. La discarica di Lo Uttaro non va riaperta perché: nel raggio di un paio di chilometri dalla discarica vivono 200.000 abitanti, è in costruzione il nuovo policlinico della città di Caserta, c’è un albergo a quattro stelle e il nuovo centro direzionale della città; il Piano di Bonifica della Regione Campania approvato con legge regionale pubblicata sul BUR Campania del 9 settembre 2005 ha inserito l’area Lo Uttaro (comprensiva di quella della discarica ubicata nella cava Mastropietro) tra “i siti di interesse nazionale” da destinare esclusivamente ad operazioni di messa in sicurezza e bonifica a causa dell’elevato livello di inquinamento accertato nelle matrici ambientali in ragione della presenza di un’enorme quantità di rifiuti (di incerta origine e natura) stimabile attorno ai 6 milioni di mc; l’art. 5 della legge n. 290/2006 impedisce al Commissario straordinario di individuare “le aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, laddove già insistono altre discariche, siti di stoccaggio o altri impianti in evidente stato di saturazione” e che l’area Lo Uttaro si caratterizza per la presenza di quattro discariche, un sito di stoccaggio e uno di trasferenza tutti in evidente stato di saturazione; la relazione tecnica depositata il 15 ottobre 2007 dal Prof. De Rosa, consulente d’ufficio del Tribunale di Napoli, afferma che la discarica Lo Uttaro “costituisce sin dagli anni ’90, nel suo complesso, una fonte di rischio per la salute pubblica” e che la “l’abbanco di ulteriori quantità di rifiuto nell’invaso risulta aggravare il già elevato grado di rischiosi impatto cui sono soggette tutte le componenti ambientali, compresa la salute pubblica, dell’ambito territoriale limitrofo”. La medesima relazione sottolinea che: “tutta la falda monitorata è inquinata” con presenza di valori di carbonio organico “molto superiori ai limiti stabiliti dalla legge” e conclude affermando che “la scelta del sito Lo Uttaro per la localizzazione della discarica per rifiuti solidi, oltre a contravvenire ad indicazioni normative e di merito espresse in più parti, non risulta rispondere ai criteri in base ai quali la scelta è stata giustificata”. il Sindaco di Caserta, in qualità di massima autorità sanitaria del Comune, in conseguenza della suddetta relazione tecnica e a tutela della salute pubblica dei cittadini e dell’ambiente, ha emanato in data 6 novembre 2007 un’ordinanza di chiusura della detta discarica; il Tribunale Civile di Napoli ha definitivamente accolto in data 13 novembre 2007 il ricorso ex art .700 c.p.c. presentato dal Comitato Emergenza Rifiuti confermando l’ordinanza di chiusura della discarica Lo Uttaro emanata dal Giudice Fausta Como del Tribunale di Napoli in data 19 luglio 2007 ritenendo sussistente e attuale il pericolo per la salute pubblica derivante dall’individuazione e utilizzo di un sito illegittimo, illegale, inquinato e inquinante e sottolineando altresì che “l’immediata esigenza di tutela dei ricorrenti ex art. 700 cpc non ammette deroghe e che il sito in contestazione non rappresenta affatto l’unica alternativa praticabile emergendo invece dall’ampia documentazione agli atti la possibilità concreta di procedere a diverse individuazioni, in ambito provinciale, nel rispetto delle normative vigenti e con l’adozione delle regole tecniche e di sicurezza del settore” . il giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere, a seguito di varie denunce del Comitato Emergenza Rifiuti, ha messo sotto sequestro la discarica e inviato 12 avvisi di garanzia ai responsabili di questo disastro, indagati per reati vari tra i quali anche quello di disastro ambientale; la Relazione del 19 dicembre 2007 della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, con riferimento specifico alla vicenda Lo Uttaro riporta come essa sia “tristemente emblematica di tale inefficienza collusiva (del Commissariato Ndr). La circostanza, infatti, che l’Autorità Giudiziaria abbia, sulla base degli stessi atti giacenti presso gli uffici del Commissariato, ricostruito ed accertato l’inadeguatezza ambientale del sito, è sintomo desolante quanto in equivoco –se non del pieno e diretto coinvolgimento nell’attività di precostituzione della falsa rappresentazione della realtà, cosa che spetterà alla magistratura accertare- quanto meno dell’incapacità della struttura commissariale a leggere le proprie stesse carte.” E in più che “il quadro delle inefficienze deve registrare anche l’inescusabile ritardo con cui l’ARPA Campania – secondo quanto emerso nel corso della medesima indagine – è intervenuta a segnalare le criticità ambientali legate all’utilizzo del sito, con ciò venendo meno alla propria funzione di controllo tecnico neutrale, indispensabile presidio di trasparenza per le scelte della pubblica amministrazione”. Secondo la Commissione “la vicenda di Lo Uttaro pone, inoltre, un ulteriore questione, che attiene alla dinamica dei rapporti fra organi che, pur appartenendo a poteri diversi, devono ritenersi accomunati dalla medesima superiore finalità, la tutela del bene comune. Nel caso in questione, infatti, secondo la Commissione è: “mancato del tutto ogni raccordo informativo che impedisse al legislatore di adottare decisioni fondate su presupposti contrari al vero; e ciò ancor più ove la falsità di tali presupposti fosse risultata ben evidente all’apparato investigativo e giudiziario.” E che: “non vi è dubbio che il venir meno dell’affidabilità degli organi di valutazione e controllo, necessaria per dare autorevolezza tecnico-scientifica agli interventi legislativi e di amministrazione attiva, introduce una pericolosa divaricazione all’interno delle istituzioni. Con effetti tanto più devastanti ove si constati che scelte legislative, così invasive per le comunità locali, sono intervenute a valle di procedimenti viziati da false rappresentazioni della realtà indotte proprio da quegli organi cui è affidato il compito di veicolare una descrizione dei fatti immune da ogni contraffazione.” la suddetta Commissione Parlamentare, con riferimento ai criteri da utilizzare nella scelta delle discariche da realizzare sul territorio della Campania afferma che “Il tema delle discariche – è bene sottolinearlo – deve essere affrontato in stretta connessione con il programma delle bonifiche, che va realizzato in tempi certi e con il coinvolgimento di comunità locali e rappresentanti delle imprese, al fine di rendere immediatamente percepibile la trasformazione in occasioni di sviluppo delle strutture poste a servizio del ciclo industriale integrato dei rifiuti. L’apertura di nuove discariche, in particolare, non deve essere più avvertita come il frutto di scelte poco trasparenti e sprovviste dei necessari studi tecnici. Il caso Lo Uttaro induce questa Commissione a suggerire la necessità di prevedere l’intervento di un organo di valutazione tecnica esterno e distinto rispetto all’amministrazione attiva, in grado di compiere, entro tempi predefiniti, una valutazione di adeguatezza ambientale del sito, di imporre le necessarie prescrizioni per l’utilizzazione e, soprattutto, di vigilarne tempestivamente il puntuale adempimento. In tale prospettiva, potrebbe apparire utile il coinvolgimento di strutture già ampiamente affidabili, che abbiano davvero caratteristiche di terzietà, con il supporto scientifico di qualificati rappresentanti della migliore ricerca tecnologica ed universitaria. nel caso della vicenda Lo Uttaro non solo non si è mai proceduto ad attuare le bonifiche richieste dalla Commissione parlamentare d’Inchiesta, come condizione preliminare per l’individuazione dei siti da destinare a discarica, e previste dal citato Piano regionale di bonifica ma neppure le operazioni di rimozione dei rifiuti giacenti nei siti di stoccaggio e trasferenza contigui all’area della discarica così come da impegni sottoscritti nel Protocollo d’Intesa dell’11 Novembre 2006 dal Commissario straordinario Bertolaso, dal Sindaco di Caserta Petteruti e dal Presidente della Provincia De Franciscis; il disastro ambientale della zona è stato ancor più aggravato dalla decisione del Comune di Caserta di realizzare in un capannone dell’area Ex UCAR Carbon, sito a poche centinaia di metri dall’area di Lo Uttaro, di un sito di stoccaggio per i rifiuti della città di Caserta attrezzato in tutta fretta presumibilmente in contrasto con le stesse prescrizioni ARPAC e che attualmente ospita almeno un migliaio di tonnellate di rifiuti tal quali; l’abbancamento di ulteriori quantità di rifiuti nel sito in questione costituisce un serio pericolo per l’accertamento delle responsabilità penali collegate all’indagine giudiziaria in corso che vede indagate 12 persone tra tecnici e dirigenti degli enti responsabili della individuazione, realizzazione, gestione e controllo della discarica Lo Uttaro; l’abbancamento di consistenti quantità, circa 30.000 tonnellate, di Frazione Organica (che come già detto non è stabilizzata) non costituisce in alcun modo attività di messa in sicurezza della discarica; PER TUTTI QUESTI MOTIVI CHIEDIAMO Al Commissario Straordinario di astenersi dall’utilizzare la discarica illegale, illegittima e pericolosa di Lo Uttaro per lo sversamento di ulteriori quantità di rifiuti che andrebbero ad aggravare ulteriormente il già critico quadro ambientale e sanitario della zona con effetti rilevanti su tutte le componenti ambientali, compresa la salute pubblica; di provvedere immediatamente ad una reale messa in sicurezza e bonifica dell’intera area nel rispetto delle disposizioni di legge in materia o di ordine.

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