giovedì 6 dicembre 2007

IL RETROSCENA: Rimpasto, per Esposito ci vorrebbe Maradona

CASERTA - Non c'è stato bisogno di scomodare il calendario romano, né di arrovellarsi a cercare un Plutarco di casa nostra che raccontasse come, ancora una volta, sia proprio l'uomo in principale pericolo quello che immancabilmente sorvola soavemente sulle Idi "che arrivano ma non sono passate", finendo poi per cadere veramente colpito a morte. Quelle di dicembre, sempre a stare a sentire il calendario romano, cadranno il 13 ma c'è fresco fresco un paragone calcistico che "fa più popolare" e si identifica maggiormente con chi l'ha coniato. Biagio Esposito ha abituato da tempo colleghi di Consiglio e pubblico alla sua causticità, a volte scappata al microfono del parlamentino cittadino, più spesso inviata solo alle orecchie del segretario generale ma, alla fine, comunque annotata sui taccuini dei cronisti.Una causticità senza freni, che si accompagna da mesi alla convinzione di doversi battere per "dare una mossa" all'amministrazione in carica, subito diventata il manifesto del gruppo ristretto di consiglieri "irriducibili". Non molti ma nemmeno pochi. Determinati e determinanti, se arrivano lucidamente ad escludere conventicole con aspiranti compagni di cordata, ritenendoli poco affidabili.Stavolta è il Pibe de Oro a farla da protagonista nel frasario di Esposito. Già ex nella realtà dei campi di calcio, Maradona è nell'immaginario del presidente del Consiglio comunale quello che ci vorrebbe per la giunta Petteruti. Per la verità, Esposito pensa ad un tridente d'attacco, pescando dalla sua memoria anche Pelè e un altro asso del pallone di cui, impressionati da tanta verve, ci siamo dimenticati il nome. Insomma, Esposito non manca di rimarcare, nei suoi ragionamenti al tavolo degli irriducibili, due piani sopra a quello del sindaco, che la squadra messa in campo più di un anno fa è moscia e non segna. E allora il guizzo e l'occhio luciferino di Diego Maradona servono a dipingere la grinta che gli irriducibili si aspettano dalla prossima giunta. Servono tre trascinatori, cavalli di razza o anche mediani "operai", che sappiano tirarsi dietro i compagni, brocchi o affannati che siano. Ce ne vogliono tre, altrimenti la squadra resta nelle retrovie della classifica dei consensi degli elettori. Si sa, i tifosi si stancano presto di chi campa sul prestigio e sugli allori del campionato precedente. Certo, Esposito e compagni non vogliono fare la figura dei dirigenti sportivi che criticano lo spogliatoio nascondendosi in tasca i cartellini dei rimpiazzi di cui sono pure procuratori: gli irriducibili pongono una questione di metodo senza necessariamente farla seguire dal bigliettino con i nomi dei "raccomandati". Piuttosto, se la lista del "Nuntereggaepiù" non può contenere tutti e 14 i nomi dei componenti della giunta attuale, come pure nelle stanze che contano ci si andrebbe convincendo, c'è da disegnare un nuovo schema tattico, che potrà anche contemplare un attento rimescolamento strategico delle deleghe, nel pieno rispetto degli eletti, senza fare troppi sfracelli.Basterebbe far salire qualche assessore di un paio di piani, spostando l'inquilino precedente addirittura in panchina, cioè fuori di Palazzo Castropignano, nei suoi uffici periferici. E così a seguire. "A quel punto - staranno pensando gli irriducibili - due o tre "sfiduciati" che, per la vergogna, non vogliono più indossare la maglia da titolare ce li ritroviamo automaticamente fuori squadra". Con due o tre caselle vuote da riempire con atleti freschi e pieni di voglia di fare. a.r.