mercoledì 8 luglio 2009

Interporto, eterna occasione mancata. Ora c'è la guerra tra poveri dei vigilantes

SOCIETA' Caserta - 42, 13, 10. E poi 5, forse 7. Sembrano numeri al lotto e in parte lo sono, perchè oltre a rappresentare persone in carne e ossa, lavoratori alle prese con il loro destino, con speranze ed attese sul loro futuro, sono la fotografia dell'Interporto Maddaloni-Marcianise, eterna occasione mancata di sviluppo di Terra di Lavoro. Sempre inserita nei programmi elettorali di Comunali, Provinciali, Politiche e mai oggetto di una visione complessa del territorio. In bocca a sindaci, presidenti di Provincia, deputati, senatori, sottosegretari, avventizi e non, e mai nel mirino di una politica seria e concreta. Scaduta, come negli anni scorsi, anche a precise pratiche omissive o ad artificiose assunzioni, gonfiate a go go sulla sempre comoda scia di parentele e clientele. Come nel caso delle "facilitazioni territoriali" messe in atto dall'amministrazione comunale di Maddaloni (un paese dove i 'Michele' sono tanti, nella comunità, nella politica e nel sindacato) e delle strane dimenticanze di quella di Marcianise(negli ultimi anni gestita sul preciso asse di comando con il governatore Antonio Bassolino). O nel caso delle guardie giurate assunte da Interporto Sud Europa, quelle addette ai "servizi di vigilanza e custodia dell'area logistica, intermodale e commerciale". Quelle, per intenderci, che recentemente allontanavano gli ambientalisti arrivati con macchine fotografiche e telecamere sul luogo dell'incendio che generò per giorni una nube tossica di diossina che coprì il cielo del capoluogo e delle sue periferie.All'inizio dell'anno arrivano a termine 13 contratti a tempo determinato. I lavoratori vanno a casa e nessuno sembra badarci o mette in atto alcuna azione precisa, tranne avvolgenti strategie che puntano a salvaguardare parentele e clientele, sul filo della frase "Non ti preoccupare, stai in mano a noi". Alcuni altri dipendenti, 5, forse 7, avviano cause di lavoro e sono in attesa dei tempi della giustizia. Il sindacato? Quello delle guardie giurate è un comparto particolare, di volta in volta "letto" e inserito, a seconda delle situazioni, in questo o quel contratto. All'Interporto Sud Europa, fino a poco fa, i vigilantes sindacalizzati erano iscritti alla Filcams-Cgil. Con il passare dei mesi le fibrillazioni tra i lavoratori aumentano. Il Centro commerciale Campania del Gruppo Corio, (tra i committenti dei servizi di vigilanza dell'area) si tira indietro definitivamente e decide di fare in proprio. La società amministrata da Salvatore Antonio De Biasio e Antonio Campolattano matura la decisione di avviare le procedure per il licenziamento di altre 10 unità sul totale di 42 lavoratori. Intanto, alcuni di essi si sono iscritti alla UilTucs-Uil ed è intervenuto anche il Consiglio comunale di Maddaloni allertato dal sindaco Michele Farina (significativa, in proposito, una convocazione nel Palazzo comunale sulla vicenda, in concomitanza dell'attivazione della prefettura sulla vicenda da parte della UilTucs). Come significativa è la richiesta che la Filcams-Cgil conduce negli ultimi mesi: quella di una generalizzata riduzione dell'orario di lavoro (il cosiddetto 'turno in quinta') che servirebbe, in prospettiva, a ripescare sul libro-paga dell'Interporto Sud Europa anche i 10 vigilantes lontani dalle attività fin da gennaio e per un po' di tempo dimenticati. Martedì in prefettura l'ennesimo atto della vicenda, con una riunione assai tesa e infuocata. Davanti al viceprefetto Franco Provolo i sindacati (anche Carmine Crisci della Cisl, insieme a Iulianiello e Michele Colamonici della Filcams-Cgil e Alessandro Tartaglione della UilTucs) ma, innanzitutto, i lavoratori. Alcuni dei quali molto agitati contro gli altri, perchè indirizzatisi a pretendere la riduzione dell'orario di lavoro come salvacondotto per riportare in azienda i 10 "dimenticati". Nella forte tensione del vertice e ai margini di esso (rinviato alle ore 16 di giovedì prossimo presso la Confapi) esce fuori la notizia, tutta da verificare e per ora priva di nomi e cognomi, di almeno 6 o 7 dipendenti che sarebbero "graziati" di assai facilitate presenze sul posto di lavoro, forse perchè "parenti e amici di...". Una situazione assai ingarbugliata, figlia e specchio del pressapochismo che finora ha governato l'intera questione.E pensare che, ancora l'anno scorso, in occasione della nomina di De Biasio a componente dell' Unione Interporti Riuniti, si parlava di "corridoi europei" e di scenario di sviluppo per l'Interporto... Fonte: CasertaC'è

0 commenti: