giovedì 4 giugno 2009

Lotta alla camorra, Maroni e Manganelli: "Funziona il modello Caserta"

ISTITUZIONI Caserta – E' un bilancio molto positivo quello della lotta condotta dalle forze dell'ordine e magistratura contro le mafie nell'ultimo anno «sia sul fronte della disarticolazione delle struttura organizzative criminali che su quello del sequestro dei beni". Lo ha riferito ieri pomeriggio il ministro dell'Interno Roberto Maroni insieme al Capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli, in una conferenza stampa al Viminale. Proprio la dichiarazione finale del summit del G8 ministeriale Giustizia-Interno che si è appena concluso a Roma - ha ricordato Maroni - contiene l'impegno di tutti i Paesi partecipanti «a definire procedure comuni per aggredire i patrimoni dei mafiosi ovunque si trovino. E' un salto di qualità - ha sottolineato il ministro - perché fino ad oggi, una volta individuati i beni, era possibile sequestrarli solo se c'era un collegamento tra mafioso e intestazione del bene allo stesso». Quello stabilito dal G8 è «un principio importante affinché la collaborazione internazionale nella lotta alla criminalità, già ottima, possa esplicarsi anche nell'aggressione dei beni mafiosi» ha precisato Maroni. Il ministro dell'Interno ha ripercorso le tappe dei successi nella lotta alle mafie condotte nell'ultimo anno, presentando alcuni dati. Da maggio 2008 a maggio 2009 in Italia sono state condotte 270 operazioni di polizia giudiziaria, con le quali sono state arrestati 2.894 soggetti, 807 appartenenti alla mafia siciliana, 522 alla 'ndrangheta, 377 alla sacra corona unita pugliese e 1.186 alla camorra. 207 i latitanti arrestati, 9 dei quali erano risultavano nell'elenco dei 30 più pericolosi. I beni sequestrati, tra immobili come ville e terreni e mobili, sono stati 4.314 per un valore economico di 3 miliardi e 343 milioni di euro. Sono soprattutto i risultati conseguiti nell'area del casertano ad essere particolarmente significativi, «frutto della pressione sulla camorra e della concentrazione dell'azione di contrasto in quella zona – come ha ricordato Maroni - dopo i fatti di sangue di maggio e settembre 2008» ( l'uccisione dell'imprenditore Michele Orsi e la strage di Castelvolturno con l'uccisione di sette cittadini extracomunitari). «Dopo quei fatti abbiamo intensificato la pressione inviando 350 poliziotti e 400 militari dal 4 ottobre 2008: i risultati sono stati l'arresto di 29 latitanti, due dei quali tra i trenta più pericolosi e sono stati sequestrati beni per 200 milioni. «'Caserta' è stata particolarmente significativa anche come esempio di ottimo coordinamento tra forze di polizia, militari e magistratura. E stato un lavoro intensissimo, un sistema che funzionato bene. Il 'modello Caserta' è un modello che vogliamo mantenere ed estendere, e il disegno di legge sulla sicurezza che verrà approvato fornirà altri strumenti per continuare la lotta che si concentra principalmente sull'aggressione ai patrimoni mafiosi», ha concluso Maroni. Il Capo della Polizia Antonio Manganelli ha espresso la sua personale soddisfazione e gioia per il lavoro di magistratura e forze di polizia, e «mi piace che sia stata sottolineata la collaborazione internazionale nella quale abbiamo avviato un circuito virtuoso». «Mai come in questo periodo - ha riferito Manganelli - le forze dell'ordine hanno ottenuto risultati straordinari», ricordando che il 'modello caserta' «nasce dalla precisa volontà di contrastare un fenomeno non di 'ordinaria camorra' ma che pretende di porsi come antistato alla maniera di Cosa nostra, alla quale questo obbiettivo fu impedito dopo il periodo delle stragi del 1992-'93». «Il Clan dei Casalesi è una struttura piramidale, un'organizzazione forte e spregiudicata - ha detto il capo della Polizia - anche grazie alla giovane età degli appartenenti, e noi abbiamo deciso di smantellarla». Fonte : Caserta News

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