giovedì 4 giugno 2009

Il Bilancio passa con 20 voti, Petteruti non ha più una maggioranza. Salvo grazie alle assenze decisive di Livio Gallicola e Antonio Di Lella

POLITICA Caserta – Nel percorso degenerativo della politica casertana sembra non esserci limite al peggio. Quando il sindaco Petteruti si dimise nel dicembre scorso e noi dicemmo dal primo minuto che quella era solo una sceneggiata e che il sindaco qull’atto l’avrebbe revocato comunque, con buona pace dei suoi risibili aut aut lanciati alla maggioranza, si pensava che la fine di quella farsa rappresentasse il punto più basso toccato da questo sindaco e dalla sua maggioranza. La maggioranza, al tempo, niente fece per risolvere i suoi problemi interni perché sapeva benissimo che Petteruti ha un contegno esplicitato che diverge profondamente dalla dignità politica effettivamente praticata nei gesti concreti e nei comportamenti. Ma quello non era il peggio rispetto a ciò che è capitato stasera, nella seduta del Consiglio comunale conclusasi (è mezzanotte e dieci) qualche minuto fa con l’approvazione del Bilancio di previsione. Eventi che precipitano ancora più in basso il prestigio di un' istituzione già duramente provata dalla mondezza nelle strade, dalle isole pedonali dettate da capricci di assessori immaturi e dispettosi come zitelline stagionate, da un’assenza assoluta di un programma di sviluppo e di sostegno all’economia e a un suo valore aggiunto ormai prossimo allo zero. Venti voti a diciassette: questo il verdetto della votazione di stasera. Con Rosa Bonavolontà e Dello Stritto che hanno coraggiosamente votato contro e che, pur rimenendo nel centrosinistra e sentendosi legati ai suoi ideali (forse, soprattutto per questo motivo) hanno rotto con Petteruti e i suoi. Nei venti voti c’era anche quello del sindaco. Il che vuol dire che da stanotte Petteruti è un sindaco che governa senza avere la maggioranza dei consiglieri comunali al suo fianco. Ne mancano almeno due e se il sindaco non è andato sotto lo deve, come avevamo anticipato già nel pomeriggio, alle provvidenziali assenze di Livio Gallicola e Antonio Di Lella, che se domattina saranno ancora esponenti del Pdl senza che il coordinatore provinciale Pasquale Giuliano e il suo vice Coronella prendano provvedimenti drastici di espulsione, avvaloreranno la tesi dell’accordo sottobanco tra Nicola Cosentino e l’esule di Tuoro, attraverso cui sopravvive il simulacro di potere di quest’ultimo, che ormai dice di trovarsi bene a Lourdes, ampiamente ricambiato dai casertani, che si trovano molto bene senza di lui a Caserta. Se Gallicola e Di Lella, eletti nelle liste di Forza Italia e Alleanza nazionale, avessero avuto rispetto dei propri elettori e del loro mandato, avrebbero votato normalmente no al Bilancio e, a quel punto, stante l'autoallontanamento irreversibile di Alessandro Barbieri, Raffaele Ceceri, volente o nolente sarebbe dovuto rientrare in aula e votare no a sua volta. Venti a venti e quella di oggi sarebbe stata un’alba di speranza per Caserta. Resta, comunque, il dato politico di una maggioranza che non c’è più nemmeno numericamente e di un sindaco che si regge sul patetico appoggio di due consiglieri, uno dei quali è giunto al capolinea della sua vita politica, il secondo, ex cestista, riparato in queste ore a Madrid, pur di non essere presente stasera in città. Povera Caserta! Autore: Gianluigi Guarino - Fonte: CasertaC'è

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