martedì 7 ottobre 2008

Macrico, Sarnelli(Acli): "Pollice verde o pollice verso?"

Caserta – La scelta nefasta per il Macrico è datata 1982 allorquando la cosiddetta commessa di piano del Consiglio comunale del tempo – delibera n.373 del 29 Luglio - imponeva al buon Beguinot, architetto estensore del nuovo PRG, a pag 19 Cap. VII (pignoleria necessaria) letteralmente: <>; da lasciare quindi fuori dal piano. Una scelta, questa , imposta dal potere politico per tenersi le mani libere sul futuro dell'area, non pensando , certamente, di destinarla a verde. Non a caso, successivamente alla redazione del Piano Beguinot, dalla sua adozione avvenuta nel '83 alla sua approvazione, Dicembre '87, passarono ben tre anni! La battaglia che ne seguì fu tutta incentrata sulla colorazione delle diverse particelle del piano, vale a dire, edilizia, servizi e soprattutto zone F: verde pubblico, di rispetto, di attrezzature etc.Tre anni, alla fine dei quali vinse la colorazione pro-cemento se è vero, come è vero, che le osservazioni al piano approvate ed imposte dall'ufficio tecnico provinciale –U.T.P – competente, stravolsero le percentuali abitative già previste larghe da Beguinot e approvarono, pag 39, solo una norma salva coscienza ,del tutto inutile: <>.Norma che puo' significare tutto o niente, allorché in essa sono compresi sia il progetto previsto per i "150 anni dell'unità di Italia" sia il desiderio della stragrande maggioranza dei cittadini casertani di volerla zona totalmente verde. Fu allora, forse, salvo recuperi impensabili, che si è persa la battaglia MACRICO VERDE. Come Acli Sicet Cisl e tante organizzazioni ambientali provammo con le nostre osservazioni ad ottenere questa salvaguardia insieme a tante altre salvaguardie , non ci riuscimmo, talchè, e speriamo non di nuovo , ancora una volta vinsero gli interessi speculativi. Eppure , va sottolineato, come già allora il piano stesso, (tra l'altro sovradimensionato perché ipotizzava una città di 100 mila abitanti) a pag 173 .della relazione - tab 33- DENUNCIAVA ( on impudenza) un deficiti di 607. 950 mq per verde attrezzato e sportivo nonchè 1.117.225 mq per parco urbano. Conseguenziale, già allora, ma maggiormente oggi, sarebbe stata , come sarebbe, la scelta a verde di tutte le aree militari: Macrico ed El Elamin.Oggi quella necessità di verde, dunque, è ineludibile, , questo in un quadro urbanistico certamente da tempo compromesso nel quale la nostra città , il nostro territorio, il nostro ambiente hanno subito interventi massicci, spesso abusivi Si è costruito dappertutto: anche nelle zone previste di salvaguardia come in Via Acquaviva, Via Ferrarecce, San Leucio e soprattutto nelle zone collinari, agricole e pedemontane. Ignorate le nuove necessità viarie, gli spazi culturali, quelli sportivi e i servizi. Ecco perché la battaglia per il Macrico Verde ridiventa un momento <> come quello riferito a 15 anni fa - quando la Città tutta si mobilitò, fino alla vittoria, contro la delibera 37/91, di appena tre righe, una variante di Piano che, di fatto, cementificava San Leucio, la Saint Gobain, le zone agricole e quelle pedemontane. E' positivo, allora, che per il Macrico, rinasca quel senso di difesa per i luoghi che ci appartengono e per i quali è ancora possibile organizzare scelte di vivibilità, sperando di non venir disattesi da parte di chi di dovere, privilegiandosi il pollice verde e non quello verso, in modo che, come auspica il nostro Vescovo Nogaro, si possa realizzare per i nostri figli il logo: domani ti porterò in un posto piu' bello!>>! : Fonte : comunicato stampa

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