Cesa - E' stato catturato Michelangelo D'Agostino, il presunto omicida di Mario Pagliaro, l'imprenditore balneare ucciso domenica pomeriggio con alcuni colpi di pistola a Villa de Riseis, nel Pescarese. D'Agostino, 53enne originario di Cesa, ex camorrista legato a Raffaele Cutolo, grande accusatore di Enzo Tortora, è stato arrestato dai Carabinieri del Comando provinciale di Pescara, mentre stava passeggiando per strada. Pagliaro, 64 anni, ex pescatore che gestiva lo stabilimento balneare 'Apollo' insieme ai tre figli, nel pomeriggio di domenica si trovava in un'area verde affidata in gestione dal comune alla cooperativa 'La Cometa' dove D'Agostino lavorava per le attività di manutenzione, quando, sotto gli occhi increduli di decine di persone, è stato raggiunto da due colpi di pistola, uno all'addome e l'altro alla tempia che lo ha finito. Sembra che alla base del gesto ci sia stata una discussione nata per futili motivi. Nel corso del battibecco, a un certo punto l'ex camorrista avrebbe afferrato l'arma iniziando a sparare. Poi, con la pistola ancora in pugno, si era dato alla fuga facendo perdere le sue tracce.LA CATTURA
D'Agostino è stato bloccato, armato, da due carabinieri della stazione di Spoltore, nel Pescarese, verso le 17. Era a piedi sul lato destro del ponte Capacchietti, in direzione di Rancitelli, e il suo atteggiamento e gli abiti sdruciti hanno subito destato sospetto nei militari - come hanno spiegato il maresciallo Donato Miccoli e l'appuntato Giovanni Talamo, che lo hanno fermato -. Era fisicamente provato, trascurato e sudato. Aveva con sé la pistola usata per l'omicidio in una busta per la spesa, con quattro colpi nel caricatore e uno in canna. Vedendo i militari armati, il killer ha ammesso di essere D'Agostino e ha capito che non era il caso di fuggire, si è quindi subito arreso. I carabinieri avevano avuto notizie che era in provincia.
LE SUE PRIME DICHIARAZIONI
Ha detto di "avere nel Dna" l'indole assassina e di sapere che il suo destino è di "proseguire la vita in carcere". Dell'omicidio ha detto che gli è "partita la testa". Secondo il comandante provinciale dell'Arma, Giovanni Esposito Alaia, da domenica l'uomo ha pernottato alla stazione.L'attenzione dell'inchiesta, ora, non può che essere rivolta, contemporaneamente all'accertamento della reale dinamica e motivazione dell'omicidio, proprio all'indole "assassina" di D'Agostino e a come essa è sTata considerata e trattata nel corso degli anNi. Immancabili, forse, le polemiche sul "regime di favore" di cui godettero e hanno continuato a godere gli accusatori di Enzo Tortora. Più infuocate le polemiche, peraltro, potrebbero diventare sul "regime di permesso premio" di cui godeva l'assassino, protagonista anche recente di eclatanti azioni criminali.
CHI E' D'AGOSTINO
Michelangelo D'Agostino (due soprannomi, "Khomeini" e il "killer dei cento giorni" per i ben 15 omicidi attribuiti a lui in soli tre mesi) è un collaboratore di giustizia, ex affiliato alla famigerata organizzazione camorristica Nco (Nuova camorra organizzata) che negli anni '80 venne fondata nel napoletano da Raffaele Cutolo. Ritenuto autore di diversi omicidi, fu arrestato nel 1983 dopo un conflitto a fuoco. Subito dopo decise di pentirsi e, per vendetta, il clan uccise suo padre, Isidoro, nella piazza di Cesa. Nel 1986 fu uno dei testimoni che accusò il noto conduttore televisivo Enzo Tortora di essere organico alla Nco di Cutolo, anche se l'attendibilità delle sue dichiarazioni veniva spesso messa in discussione, tanto che lo stesso affermò di aver accusato Tortora e altra gente perchè gli sarebbero stati concessi dei permessi di libertà. Negli anni '90 contribuì, assieme ad altri pentiti, a far infliggere la prima condanna all'ergastolo al boss del clan dei Casalesi Francesco "Sandokan" Schiavone, per l'omicidio dell'allevatore Saverio Ianniello. Secondo l'accusa, l'agguato fu una risposta dei Casalesi alla Nco di Cutolo che tentava di infiltrarsi negli affari del clan casertano. Una vita criminale molto movimentata, una serie di accuse molto gravi, due soprannomi, Khomeini e il 'killer dei cento giorni' per i ben 15 omicidi attribuiti a lui in soli tre mesi. Michelangelo D'Agostino non è solo noto per essere stato un affiliato al clan di Raffaele Cutolo. Nell'ottobre del '97, quando da collaboratore di giustizia in regime di semilibertà fu inviato in Piemonte, portò a termine due rapine in rapida successione, prima quella di una Hyundai coupè, poi dell'incasso del gestore di un distributore di benzina. Inseguito dai carabinieri, iniziò una folle corsa per le strade di Torino fino ad andare a schiantarsi contro un semaforo alla periferia della città. Cominciò a sparare contro i carabinieri, prese in ostaggio tre persone, tra cui una donna che spingeva la carrozzina con il figlioletto e si arrese solo dopo essere stato ferito con due colpi di pistola.Fino al 20 gennaio scorso D'Agostino aveva scontato diverse pene a suo carico nel carcere di Castelfranco Emilia (Modena); poi aveva ottenuto di scontare il resto della pena in una casa lavoro, e da marzo era a Pescara in licenza lavorativa presso la cooperativa sociale ''La cometa' - che gestisce il parco di villa De Riseis, dov' è avvenuto il delitto - con il compito di manutentore. Fonte: www.casertace.it
mercoledì 9 luglio 2008
Catturato D'Agostino. Confessa: ho l'indole assassina
Pubblicato da News Caserta Online alle 08:58
Etichette: Catturato D'Agostino. Confessa: ho l'indole assassina, cesa, cronaca, cronaca caserta, newscaserta.net
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