Caserta – Una giunta provinciale resa monca da dimissioni e “dismissioni”.Un governo, che quando agiva col “plenum”, già accusava dei problemi, figuriamoci ora con il cinquanta per cento degli assessori andati via chi per un motivo, chi per l’altro. Non ci sono più, infatti, Adolfo Villani, che è stato titolare delle deleghe al Bilancio e all' Urbanistica, la “missing” Diana, una messa in giunta quasi per caso da De Franciscis in base alla labile motivazione che è una sua collega pediatra, una che dalle parti di corso Trieste si sarà vista, al massimo, tre o quattro volte: la “semi missing” Tiziana Panella, residente a tempo pieno a Roma dove fa la giornalista per La 7. E ancora, sono vacanti i posti della Esposito, che è stata candidato sindaco e riferimento principale della Margherita di San Nicola la Strada, a suo tempo soffiata da De Franciscis all’area di Squeglia ed entrata in giunta, salvo poi doverne uscire per l’aut aut del deputato marcianisano al tempo in cui ancora era segretario provinciale della stessa Margherita. E infine pure vacante è la poltrona lasciata libera da Gianni De Caprio dell’Udeur, il quale ha mollato prima la giunta e poi lo stesso Mastella, all’indomani del pandemonio provocato dall’arresto della presidente del Consiglio regionale Sandra Lonardo Mastella, moglie di Clemente, e di altri personaggi di spicco del Campanile napoletano, casertano e beneventano. De Franciscis ha garantito ai consiglieri di maggioranza tempi rapidi per il completamento del suo esecutivo. Lo ha fatto nel giorno in cui ha annunciato, da una parte di non volersi candidare al Parlamento (in realtà, la candidatura l’ha chiesta e non gliel’hanno data) e dall’altra ha minacciato di dimettersi per la seconda volta se i consiglieri di maggioranza non la smetteranno di rompere le scatole con richieste a raffica, finalizzate a propiziare un ingresso in giunta diretto o per interposta persona. Uno di quelli che nulla ha risparmiato al pressing è stato Renato Ricca di Piedimonte Matese. Cappelliano di ferro, dunque ascrivibile, nella ex Margherita, all’area di Pierino Squeglia, Ricca ha parlato chiaro: o mi date una poltrona in giunta o esco dalla maggioranza dichiarandomi indipendente. Stesse smanie o poco meno, quelle del socialista grazzanisano Giuseppe Raimondo, da tutti conosciuto come "il rosso", beninteso, in quanto fulvo di capelli più che di anima politica, che è pure consigliere provinciale. Lo Sdi è entrato a inizio consiliatura con due consiglieri (Raimondo, appunto e l’ortese Ziello), diventati poi quattro per effetto dell’adesione del sindaco di Alvignano Angelo Di Costanzo, ex assessore provinciale della giunta Ventre, eletto nel 2005 in Forza Italia, transfuga quando lo stesso partito, da maggioranza è diventato minoranza, e di Basco, un fedelissimo dell’ex sindaco di Orta di Atella, oggi consigliere regionale Angelo Brancaccio, che lo fece candidare con i Verdi, salvo farlo passare, successivamente, nei Ds e appostandolo, infine, in qualche modo, nello Sdi. Con quattro consiglieri, i socialisti rivendicano, ovviamente, un secondo assessore. Entrando in giunta, Raimondo renderebbe possibile l’ingresso in Consiglio di Verolla di Casaluce, uno non molto gradito al segretario provinciale, nonché assessore all’Agricoltura, vicepresidente della Provincia Mimmo Dell’Aquila in quanto amico di Natale, storico esponente dei socialisti di Casaluce, che non ha mai considerato Dell’Aquila un leader all’altezza di guidare il partito. De Franciscis si agita rispetto allo scalpitare dei consiglieri in quanto è afflitto, a sua volta, da diverse gatte da pelare, che poi non sono altro che le "cambiali politiche" firmate nelle ore immediatamente precedenti al congresso provinciale del Pd che lo ha eletto coordinatore grazie a un clamoroso cambio di casacca di tre esponenti di spicco del partito: il sindaco di Cerinola, nonché presidente del Consorzio Idrico, Pasquale Di Biasio, il sindaco di Rccamonfina Ludovico Feole e l’ex sindaco di Mondragone, oggi responsabile nazionale della sezione Acli – agricoltura e presidente delle Acli della provincia di Caserta, Michele Zannini. Più di una voce segnala l’ingresso in giunta diretto da parte di Feole e la nomina di un esponente del Pd mondragonese vicino a Zannini.De Franciscis, dunque, ha bisogno di spazio per saldare queste obbligazioni e non può consentirsi troppi lussi in termini di concessioni ai consiglieri. Ecco, dunque, che si spiega la mezza scenata della mattina del 13 febbraio. Ma i consiglieri qualche concessione la vogliono e scalpitano: non è un mistero, ad esempio, la richiesta di un posto in giunta da parte de l’Italia dei Valori, che ha aggiunto all’eletto del 2005 Massi, diretta espressione del sindaco di Recale e deputato uscente, Americo Porfidia, anche il mondragonese Stefanelli, entrato in quota Udeur al posto di Domenico Bove, sospeso per la nota vicenda giudiziaria,e passato con Di Pietro. E buon per De Franciscis che l’Udeur, per effetto della vicenda Lady Sandra – Nicola Ferraro, abbia preso un’altra strada rispetto a quella del centrosinistra. Un’istanza in meno significa, infatti, un posto in più che il presidente può gestiredirettamente.
GLI ASSETTI DELLA DIREZIONE DEL PD - Tutto questo si verifica al di là della disponibilità formale che De Franciscis ha offerto oggi dalle colonne de Il Mattino all’altra parte del Pd, quella che fa capo a Squeglia, a Lorenzo Diana e a Ubaldo Greco. Un gruppo che avrebbe bisogno di almeno un paio di assessori per sentirsi soddisfatto. De Franciscis è disposto, invece, al massimo, a dargliene uno e ad accontentare, dunque e al limite, le istanze del solo Ricca. Nella riunione di stamattina con i consiglieri della sua maggioranza, convocata per discutere delle linee del Bilancio di Previsione relativo all’anno 2008, il presidente ha annunciato una decisione sui nuovi assessori per mercoledì, massimo giovedì, all’indomani della cena di autofinanziamento del Pd, che diventerà una sorta di assemblea e all’indomani della nomina del nuovo direttivo del partito che De Franciscis ha annunciato come già impacchettata con tanto di fiocco, stamattina, in un'intervista raccolta da Gianni Molinari, responsabile delle pagine casertane de Il Mattino. Parole che hanno suscitato le ire della componente dei Ds, dato che il quadro dell'intesa tra le correnti sarebbe, al contrario, tutt’altro che definito, a differenza di quanto il coordinatore provinciale. Se è vero, infatto, che si sta lavorando su una base di partenza solida (dei 40 componenti della direzione provinciale, 21 andrebbero all’area rutelliana e di De Franciscis, 16 alla minoranza di Squeglia, Lorenzo Diana e Greco, 4 alle componenti minori dei indiani , degli amici di Nicolais e dei socialisti), è anche vero che ci sono ancora difficoltà nella definizione di numeri e assetti. E questo produce come conseguenza l'impossibilità fattuale, da parte del partito, a esprimere una linea compiuta attraverso deliberazioni di organi collegali, come la direzione, appunto, e come l’esecutivo provinciale, che dalla direzione dovrebbe gemmare e che accoglierà non più di 15 componenti.
Autore: Gianluigi Guarino - Fonte: www.casertace.it
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