martedì 19 febbraio 2008

Affare Asl: appalti truccati anche a Vallo

Santa Maria Capua Vetere - Squadra che vince non si cambia. O almeno, non deve cambiare l’allenatore perché il modulo già sperimentato con successo dopo un facilissimo rodaggio funzioni anche in altro luogo. Stesso manager, stesso imprenditore di riferimento, solo l’ambientazione è diversa perché diversa è la sede del direttore generale. Ed ecco che la seconda parte dell’inchiesta sugli appalti truccati nelle Asl è, in sostanza, la fotocopia della prima: ruota sempre attorno a Claudio Furcolo, che fu a capo dell’ospedale di Caserta e poi dell’Asl di Vallo della Lucania, e di Davide Gallo, titolare di una ditta che rifornisce impianti elettrici e di riscaldamento, ma in aggiunta ci sono altri due amministratori delle società gestite da Gallo e i referenti locali dell’Asl Salerno 3, tutti gli addetti alle gare e ai pagamenti. E se a Caserta nelle tasche di Gallo e compagni erano finiti quasi due milioni di euro, ecco che a Vallo l’importo si triplica: quasi sei milioni pagati dalle casse pubbliche per servizi mai forniti. Ieri mattina il blitz del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Caserta, che ha eseguito le nove ordinanze di custodia cautelare - in carcere e ai domiciliari - a carico di imprenditori e funzionari Asl. Rispondono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla corruzione, alla turbativa d’asta, alle false fatturazioni. Nell’elenco dei destinatari delle misure restrittive, chieste dal pm di Santa Maria Capua Vetere Maurizio Giordano e firmate dal gip Egle Pilla, non ci sono né Furcolo, né Gallo, né i suoi prestanome Nicola Tibaldi, Gina Sellitti e Vincenzo Errico, ma solo per un motivo procedurale: i fatti contestati nella nuova ordinanza erano già emersi nella prima inchiesta e le contestazioni a catena sono vietate. Compaiono, invece, gli amministratori della Tecnogest (società che fa capo a Gallo) Riccardo Iovine, 43 anni, e Maria Grazia Madonna, 48 anni (moglie di Gallo). E inoltre: Salvatore Fiorillo, 57 anni, responsabile del provveditorato dell’Asl Salerno 3; Cesare Augusto Iacovitti, 59 anni, responsabile dell’ufficio tecnico; Bartolomeo Troncone, 59 anni, responsabile del servizio economico finanziario; Raffaele Epifania, 51 anni, responsabile dell’ufficio tecnico degli ospedali di Vallo della Lucania e di Roccadaspide; Ciro Montefusco, 57 anni e Carmine Cammarosano, 51 anni, dipendenti degli ospedali di Sant’Arsenio e Vallo della Lucania; Corrado Di Motta, 43 anni, amministratore della Tecnoimpianti e dipendente della Tecnogest. Secondo l’accusa, a capo dell’organizzazione ci sarebbe Davide Gallo. Tibaldi, Sellitti, Riccardo Iovine, Maria Grazia Madonna e Corrado Di Motta le sue persone di fiducia. Furcolo, Troncone, Fiorillo, Iacovitti, Epifania, Montefusco e Cammarosano, invece, i terminali nella Pubblica amministrazione. Sullo sfondo, la figura di un commercialista - Francesco Di Rienzo - morto suicida qualche anno fa e che contribuiva alle fabbricazione delle fatture false. Il meccanismo della truffa? Lo hanno spiegato in una conferenza stampa il capo della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, il procuratore aggiunto Luigi Gay, il pm Maurizio Giordano, il comandante della Guardia di Finanza di Caserta, Francesco Mattana. Un giochetto da ragazzi, hanno detto, visto che nei posti giusti c’era chi garantiva l’aggiudicazione degli appalti di manutenzione degli impianti, vinti sempre dalla stessa ditta. Lavori quasi mai fatti, inesistenti come le fatture e le società che giravano attorno a Gallo. Per far sembrare regolari le gare avevano «fabbricato» anche la partecipazione di altre ditte i cui titolari, interrogati, hanno smentito di aver mai concorso per gli appalti dell’Asl di Vallo della Lucania. Eppure, hanno detto Lembo e Gay, truffa e sprechi potevano essere evitati o scoperti molto prima, se avessero funzionato tutti gli strumenti di controllo, e non solo quelli giudiziari. «Perché - ha detto il capo della Procura - il controllo di legalità non può e non deve essere solo appannaggio della magistratura».
Autore: Rosaria Capacchione - Fonte: www.ilmattino.it

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