martedì 19 maggio 2009

Se Tartaglione va anche meno di mille voti sotto le sue liste, sarà ballottaggio

CRONACA Marcianise – Quanto raccoglieranno le quattro liste a sostegno di Mario Paternuosto e Pierino Squeglia? A nostro avviso, circa diecimila voti. Forse qualcosa in meno, non in più. Comunque una cifra percentuale a cavallo del 36, 37 per cento. E quanti voti raccoglieranno i socialisti di Moretta? Tra i 2mila 300 e i 2mila 500, tra il sette e il nove per cento. La Maffini mille voti o poco più li prenderà perché questa esperienza non è estemporanea, ma è frutto di significative battaglie condotte sul terreno dell’ambiente che a Marcianise è un problema maledettamente serio. In sintesi, le liste dei quattro candidati sindaci avversari di Zinzi e di Antonio Tartaglione si attesteranno a una cifra non inferiore al 46, 47 per cento. Il che vuol dire che esiste la seria possibilità che le quattro compagini targate Tartaglione possano valicare, seppur di poco, la soglia del 50 per cento. Ma che questo possa riuscire anche al candidato sindaco Tartaglione, uno, che, comunque, un attimo dopo essere stato eletto in Consiglio comunale nel 2006 mollò il partito che non l’aveva in quel frangente candidato alla massima carica, si dichiarò indipendente, mollando il nucleo storico dell’Udc dei Giulio Salzillo e dei Zarrillo Maietta “a farsi il mazzo” nella lunga e arida traversata nel deserto dell’opposizione, e votò molte delibere di Fecondo e Squeglia, avvicinandosi significativamente all’area politica di quest’ultimo, è tutto da dimostrare. Un quattro, cinque per cento di differenziale tra le liste avverse a Tartaglione e la fatidica soglia del cinquanta per cento, vuol dire che con mille voti disgunti, significa, in soldoni, anzi, in votoni, che se il cardiologo raccoglie circa mille voti in meno rispetto a quelli raccolti dalle sue liste (ipotesi tutt’altro che peregrina) si va al ballottaggio. E lì la musica cambierebbe. Chissà se Casini, che a Roma parla di centro, a Caserta e Marcianise sponsorizza l’accordo con la destra, chissà se De Mita, che pensa ai voti di Zinzi per le Europee e alla possibilità che lo stesso Zinzi, diventando presidente della Provincia di Caserta possa dare spazio al nipote Giuseppe in parlamento (ma non c’è incompatibilità tra la carica di presidente della Provincia e quella di deputato) hanno fatto per bene i loro conti quando hanno deciso di operare una chiara scelta di campo in queste delicatissime elezioni comunali. Autore: Gianluigi Guarino - Fonte: CasertaC'è

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