giovedì 23 aprile 2009

Stato di agitazione dalla Coldiretti casertana

AGRICOLTURA Caserta – E' stato dichiarato ufficialmente lo stato di agitazione dalla Coldiretti di Caserta a seguito dell'improvvisa ulteriore riduzione del prezzo del latte alla stalla, situazione che mette a rischio la sopravvivenza dell'intero settore zootecnico locale a tutto vantaggio di un presunto sistema agroindustriale italiano che, troppo spesso, acquista il latte oltre confine, per poi commercializzarlo a consumatori italiani. La vertenza latte è stata comunicata dal presidente e dal direttore della Coldiretti di Caserta, rispettivamente Tommaso De Simone e Marcello De Simone, nel corso della conferenza stampa, che si è tenuta stamattina presso la sede della Federazione provinciale, alla quale ha partecipato anche una consistente delegazione di produttori di latte. «Parmalat ha deciso - spiega il presidente di Coldiretti Caserta - di ridurre ulteriormente il prezzo del latte di alta qualità, senza avviare una reale trattativa che tenga conto delle richieste dei produttori di latte, penalizzandoli. Senza contare che il grosso problema del latte è che arriva dall'estero e non conosciamo la bontà di questo prodotto. Quello che chiediamo, nel dichiarare lo stato di agitazione con una mobilitazione sul prezzo del latte è anche la tracciabilità e l'origine del prodotto a difesa del consumatore». La Coldiretti di Caserta ha aderito alla mobilitazione nazionale, lanciata dalla Coldiretti nazionale e sarà a Roma il 12 maggio, insieme ad una delegazione di produttori casertani, ma non sono escluse altre iniziative nei prossimi giorni. «La considerazione da fare - aggiunge il direttore - è triplice ed investe il prezzo del latte che dai circa quaranta centesimi di euro alla stalla, diventa 1,60 sullo scaffale dei supermercati. L'altro elemento riguarda ciò che sta arrivando dall'estero e mi riferisco, solo per fare qualche esempio, agli 8,5 milioni di tonnellate di latte e lattiero caseari (in equivalente latte) distinti: 1,60 milioni di tonnellate di latte in cisterna dalla Germania, dall'Austria e dalla Francia, 500 mila tonnellate di latte confezionato dalla Germania, dalla Francia e dall'Austria; 110 mila tonnellate di yogurt; 70 mila tonnelate di crema di latte sfusa, per lo più da Francia e Germania e 10/15 mln di latte equivalente latte in cagliate, proveniente da Germania, Lituania, Polonia e Ungheria. Infine il terzo elemento è che il consumatore non conosce le possibili frodi alimentari che vengono prodotte, ad esempio, dalla miscelazione del latte italiano con latte estero o sostituzione completa, aggiunta di panna di latte estero al latte italiano, per aumento del tenore di grasso e così via». Maggiori controlli sulle partite di latte, tracciabilità ed obbligatorietà dell'etichetta sono le richieste della Federazione casertana, che saranno sostenute anche nel corso della manifestazione nazionale a Roma. Fonte : comunicato stampa

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