lunedì 7 luglio 2008

Congresso Pd, desistenza dell'area Nicolais.

Caserta - La corrente di Nicolais è, al momento, la più piccola tra quelle rappresentate nel Pd casertano. Ma è un dato di fatto che il suo peso specifico sia aumentato considerevolmente dopo la vittoria dell’ex ministro al congresso provinciale di Napoli, dove, grazie anche al concorso di Donato Mosella e dei rutelliani, ha inflitto una dura sconfitta al presidente della Regione e al suo assessore -candidato, Cozzolino. Sconfitta che apre, virtualmente, ma anche molto concretamente, il dopo Bassolino. Non deve stupire, allora, se le diplomazie di "Campania democratica", cioè dell’area che a Caserta fa riferimento alla maggior parte degli ex Ds e che a Napoli si ricollega al governatore e al segretario regionale Iannuzzi, hanno immediatamente aperto una linea di dialogo con l’area Nicolais che ha nel capogruppo al Comune di Caserta, Alessandro Barbieri, e in Generoso Paolella i suoi principali riferimenti in Terra di Lavoro. Enzo Iodice, Lorenzo Diana, Villani, Greco & c. non sono riusciti a incassare un assenso, ma neppure hanno impattato in un veto. D’altronde, Nicolais, dopo aver battuto Bassolino a Napoli, non ha alcun interesse ad aprire altri fronti di battaglia, destabilizzando il partito e le cittadelle del governo e del potere, che, in questa regione, sono ancora tutte nelle mani del Partito Democratico. Nicolais sa bene, e lo sanno bene anche i suoi a Caserta, che i frutti della vittoria di Napoli matureranno gradualmente. Nei prossimi mesi saranno in molti, infatti, soprattutto tra gli ex Ds di area bassoliniana, a traslocare verso “un avvenire luminoso” accanto al professore che ha visto sensibilmente rafforzarsi le sue chances di ottenere la nomination per la presidenza della Regione alle elezioni del 2010. Nicolais sa anche bene che di Bassolino e delle sue importanti rendite di posizioni, delle falangi di clientes che si sono formate e ingrossate sempre di più negli anni del regno di Antonio I, avrà un gran bisogno, al di là della retorica del cambiamento, se vorrà avere qualche possibilità di vittoria contro il centrodestra. E allora, si capisce bene perché e come i suoi riferimenti territoriali, senza scadere in sbracature improvvise, interpretino, proprio ora che hanno cominciato a contare per davvero, una linea ampiamente dialogante, che a Caserta si traduce in una sorta di patto di desistenza: se il candidato alla segreteria provinciale dovesse essere uno di Campania Democratica, quelli di Nicolais non lo appoggeranno esplicitamente, me nemmeno si metteranno di traverso costruendo cartelli con le altre correnti del partito. Una buona notizia, dunque, per Enzo Iodice e per coloro – e sono più di uno –che, tra gli ex Ds, inseguono il sogno di scalare la poltrona di segretario provinciale. Al momento in cui scriviamo, regge ancora il patto tra Campania Democratica e Sandro De Franciscis. Ma se il presidente della Provincia si sforza a dare l’impressione di profondere ogni sforzo per mediare tra le diverse componenti, di lavorare per convincere molti esponenti della sua area che si mostrano dichiaratamente recalcitranti di fronte all’ipotesi di un segretario proveniente dalla Quercia, qualcuno di coloro che gli sono più vicini comincia a buttare lì delle frasi, tra il pessimista e il sibillino, che, ben conoscendo il lessico criptato del politichese stretto, rappresentano più di un campanello di allarme per Iodice, che, ad oggi, resta il candidato più accreditato per scrivere il suo nome nella storia ancora giovane del Pd quale primo leader riconosciuto ed eletto da un vero congresso. A chi scrive è capitato di ascoltare frasi di questo tipo: “Noi stiamo facendo di tutto per farlo eleggere, ma anche lui, Enzo, si potrebbe muovere un po’ di più, potrebbe lavorare per persuadere chi ancora nutre delle riserve”. Codice decriptato e traduzione quasi simultanea: anche De Franciscis, sotto, sotto e ancora più sotto, non è convintissimo che Iodice sia il nome giusto. D’altronde, è tutt’altro che un segreto il fatto che il coordinatore provvisorio prediliga altre opzioni, come quelle del giovane ex diessino Nicola Ucciero, che nell’area di De Franciscis è passato fin dalla prima ora, oppure quella di Gaetano Pascarella, che quando fu messo in campo a novembre provocò una sorta di rivolta tra i moderati dell’area del presidente, ma che stavolta potrebbe essere digerito più facilmente, magari esponendo il marchio del “meno peggio” rispetto a uno Iodice, a un Diana, ad un Abbate, o, peggio ancora, a un Villani, che con De Franciscis ha litigato di brutto al punto da essere siluato dalla carica di vicepresidente della giunta provinciale e di assessore al Bilancio. Per quel che riguarda l’altro accampamento, quello della ex Margherita, la validità e anche l’appeal della proposta politica viene neutralizzata e, in pratica, annullata, dalla scarsa consistenza politica degli attori chiamati a interpretare tale proposta. Il consigliere regionale Stellato, che dice di volersi candidare alla segreteria, è stato il regista di un clamoroso ribaltone a Santa Maria Capua Vetere, che ha tagliato fuori dall’Amministrazione comunale mezzo Pd che è stato sostituito non già da qualche scheggia compiacente dell’opposizione, ma dalla candidata a sindaco sconfitta al ballottaggio. Stellato ha dichiarato ieri a Giovanni De Stasio, dalle colonne di "Buongiorno Caserta", che uno dei motivi perché Iodice non rappresenta una buona idea per la segreteria è rappresentato dal fatto che quest'ultimo si sia messo di traverso rispetto a questa operazione di ccambio della maggioranza. Al contrario, mi sembra che uno che si si metta contro un ribalone, dopo tutto quello che il "comunista al sole" Veltroni ha raccontato e ha vaticinato sul partito nuovo, sul partito della trasparenza, dell'etica, acquisisca una benemerenza significativa che va a rafforzare e non a indebolire, al contrario di quello che dice l'onorevole Stellato, una propria candidatura alla massima carica politica del partito. Stesso discorso, anche se contesualizzato in una situazione diversa, per Rosa Suppa e Pina Picierno: le loro carriere sono state segnate da un’ascesa che non ha ha avuto la necessità di far leva sul consenso. E questo indebolisce, ad esempio, un’eventuale candidatura a segretario provinciale della prima. Autore: Gianluigi Guarino - Fonte: www.casertace.it

0 commenti: