lunedì 11 febbraio 2008

Medaglia Bronzo Valor Militare al bersagliere Marra

Caserta – “Bersagliere per un giorno, bersagliere per sempre”, recita il motto dell’Arma dei Bersaglieri e racchiude in se tutto lo spirito del bersaglierismo fondato sui comandamenti del suo fondatore Alessandro La Marmora. Quando, a seguito della proposta del Generale Alessandro La Marmora, venne istituito il 18 giugno 1836 il Corpo dei Bersaglieri, con il compito di svolgere servizio di esplorazione e missioni di carattere ardito, nessuno immaginava che i bersaglieri sarebbero diventati i soldati più amati dagli italiani, in Patria ed all’estero. Protagonisti della presa di Roma del 20 settembre 1870, i bersaglieri si coprono di gloria dovunque sono impiegati. Nel corso del secondo conflitto mondiale i reggimenti bersaglieri combattono su tutti i fronti dando prova di capacità e dedizione. Dirà il Feldmaresciallo Rommel, comandante dell'Armata Italo Tedesca in Africa Settentrionale, “...il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco...”. E fedele alle tradizioni di puro eroismo, il Capitano Paolo Marra, in forza presso l’11° Reggimento Bersaglieri di stanza ad Orcenico Superiore (PN), ha stupito tutti (non certo i suoi superiori che non avevano dubbi sulle sue qualità) riuscendo a salvare da morte sicura il personale della Task Force “Eleven” rimasta bloccata dall’attacco dei terroristi iracheni il 16 maggio 2004. La notizia del suo eroismo è stato reso noto solo lo scorso dicembre, quando sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale – nr. 296 del 21.12.2007 è stata pubblicata la notizia del conferimento della Medaglia di Bronzo al Valor Militare (le medaglie al valore sono le più prestigiose) proprio al Capitano Paolo Marra. Il giovane Capitano è nato a Salerno, il 2 agosto 1974, e quel 16 maggio 2004 era in Iraq nell’ambito della Missione Antica Babilonia. Quel giorno, posto al comando di un dispositivo a livello complesso minore comprendente unità bersaglieri, di lagunari e di cavalleria blindata venne incaricato di evacuare il personale della Task force “Eleven” rimasto isolato presso la base “Libeccio” di An Nasiriyah. Penetrato all'interno della base, nonostante fosse in atto un violento ed incessante fuoco avversario con lancio di bombe da mortaio, armi controcarro e armi automatiche, si esponeva ripetutamente dove più alto era il rischio per intraprendere, senza frapporre indugio, le operazioni di evacuazione del personale ed il recupero dei materiali sensibili (comprese le radio con i codici che se fossero cadute in mani nemiche avrebbero compromesso tutto il sistema radio del contingente). In particolare, quando il fuoco avversario si faceva più fitto ed incalzante, dopo aver provveduto a mettere in sicurezza il proprio personale, si esponeva personalmente e ripetutamente al rischio riuscendo a distruggere i mezzi resisi inefficienti durante più di 24 ore di fuoco avversario ed a recuperare l'unico mezzo marciante. Successivamente, durante il movimento di ripiegamento verso base “White Horse”, veniva più volte fatto segno a fuoco di armi automatiche e controcarro sui fianchi e sul tergo in maniera proditoria e da distanza ravvicinata. Insomma, il Capitano Marra è una figura nobilissima di comandante, chiaro esempio di elette virtù militari, di non comune coraggio e di profonda umanità. Autore: Nunzio De Pinto - Fonte: www.casertanews.it

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