Festa grande a Schenectady, città statunitense rientrante nello stato di New York e particolarmente ricca di emigranti italiani che sin dal triste dopoguerra ha accolto tantissimi stranieri, partiti in cerca di fortuna anche dal comprensorio caiatino ed in particolare da Squille, frazione di Castel Campagnano oggi particolarmente amena ma che durante e appena dopo la guerra ha subìto più di altri paesi meridionali i deleteri affetti bellici, in particolare la miseria. Quella stessa miseria all’epoca costrinse all’emigrazione molti contadini, che, grazie al proverbiale cervello fino, dopo una comprensibile gavetta di qualche anno, gradualmente riuscirono a farsi strada fino a trasformarsi da umili operai in titolari di aziende e attività commerciali di piccola, media e grossa importanza. In particolare i Viscusi’s, vera dinastia familiare oriunda di Squille, divenuta famosa oltre oceano per un piccolo salone da “barber shop”, gradualmente trasformato in punto di riferimento non solo per i clienti più esigenti ma anche per barbieri del posto, desiderosi di apprendere la tecnica del taglio a mano, importata dall’Italia. Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario dall’apertura del primo salone italiano, il “Bernie’s Barber shop” che, sotto una denominazione giocoforza americaneggiante, mal celava il cuore tutto italiano di Bernardino Viscusi, primogenito di Zelindo, sbarcato in America nel 1954, in avanscoperta, dopo un mese di Oceano, con una valigia piena di speranze e tanta voglia di riscattare un’adolescenza affatto entusiasmante. Qualche anno di doverosa gavetta senza rifiutare neanche il più umile lavoro ma sempre puntando al meglio e appena possibile l’atto di richiamo per la moglie Mariuccia e via via per i sette figli che per tanti anni aveva sfamato trasportando con una rudimentale zattera da una sponda all’altra del fiume Volturno le persone che avevano esigenza di spostarsi da Squille a Dugenta, centro più commerciale distante un tiro di schioppo ma facente capo alla provincia di Benvenuto e soprattutto ubicato sull’opposta sponda del fiume, e ritorno. Ogni traghettata sarebbe costata dieci lire pro capite ma con la miseria che c’era spesso bisognava contentarsi di qualche uovo o un sacchetto di grano per traghettare anche un’intera famiglia: comunque utile per sfamarne un’altra. Certo, in America i dollari non si raccoglievano per terra come si vociferava, ma contava soprattutto la buona lena che, insieme all’onestà, consentì al capostipite di trovare lavoro anche per la moglie e tutti figli. Potendo vantare trascorsi da apprendisti barbieri in Italia, Bernardino e Renato riuscirono ad aprire in società il salone, che in seguito assunse la denominazione del più giovane: “Renato Barber shop”, tuttora iper attivo al civico 318 di Mariaville Road, con succursale a Rotterdam, mentre è passata alla storia la “Royal Barber School” dove si sono formati molti fra i migliori barbieri americani. Oggi lo stesso salone è gestito con altrettanto amore da Zelindo jr, ma nel tempo libero anche il padre Renato ed altri che vi hanno lavorato per anni si fermano volentieri per incontrare -e servire- i più affezionati clienti, in particolare Jimmy Carafano, che pertanto non poteva mancare alla gran festa per il primo mezzo secolo di attività dei Viscusi’s Barber Shop.
fonte: teleradionews.

0 commenti:
Posta un commento