venerdì 13 luglio 2007

Caiazzo. Poste nella bufera. Corrispondenza “in disguido”, vaglia raddoppiati: impossibile farli di pochi Euro.

Nuovamente nella bufera il “servizio” postale che, quando “si stava peggio”, rappresentava l’emblema della Patria con i tricolori svettanti sugli uffici ubicati finanche nei più disagiati agglomerati della penisola, spesso irraggiungibili per le normali strade, ma dove tuttavia l’ufficio veniva aperto e la corrispondenza consegnata tutti i giorni. Dopo la guerra venne il progresso e con esso, si disse, le “infornate” di raccomandati, grazie ai quali, cioè ai “rinforzi” fu possibile attuare anche la distribuzione pomeridiana della corrispondenza, perfino in paesi piccoli come Caiazzo. Dopo Tangentopoli qualcuno ha pensato di mettere mano alle Poste, come alle Ferrovie e altri enti emblematici dello Stato, trasformati in società private, costrette ad essere produttive. Ma secondo le malelingue i manager vanno superpagati e quindi bisogna “tagliare” i servizi; fatto sta che in poco tempo molti, in precedenza assicurati dalle gloriose “Poste e Telecomunicazioni” sono finiti nel dimenticatoio; altri sono molto più costosi, ma in compenso le Poste Italiane somigliano sempre più a supermercati dove si può acquistare di tutto: dagli elettrodomestici ai libri; dai dischi ai giocattoli e preso le poche sedie potrebbero essere soppiantate da frigo con derrate alimentari. Viva il libero commercio; peccato che attuato a discapito di chi, per fare una raccomandata o prendere la pensione, deve fare la fila in attesa che l’impiegato completi la vendita rateale del “plasma a 42 pollici”. Intanto è passato sotto silenzio il vergognoso raddoppio del costo dei vaglia anzi l’imposizione di una salata gabella, non solo a chi invia soldi, ma anche a chi li riceve. Si badi: non l’euro previsto per analoghe operazioni ma complessivamente oltre diecimila delle vecchie lire, anche se il vaglia è della stessa somma, cioè si “pappano” tutte le poste senza che al destinatario arrivi un solo cent, ammesso che l’operazione sia ancora fattibile. Ma ciò che fa gridare allo scandalo è l’enorme ritardo nella consegna della posta ordinaria, pardon “prioritaria”, che molti caiatini, in particolare del centro, assicurano di non aver ricevuto da varie settimane: stampe, lettere, fatture e bollette da pagare. Una signora ha giurato di non aver ancora ricevuto la bolletta Enel che avrebbe dovuto pagare nell’ultima decade di giugno, altri quelle della Findomestic, con rata cadenzata al 5 di ogni mese, mutui e perfino fatture telefoniche scadenti intorno al 10 luglio. Gente disperata, perché costretta a pagare la mora o, peggio, a subire il distacco delle linee, ma soprattutto perché non riceve notizie dei congiunti, a quanto riferito, puntualmente spedite da circa un mese. Un anziano non ha ancora ricevuto l’esito di un esame istologico spedito dall’Emilia il 20 giugno, sicché non può sapere se deve sottoporsi a chemioterapia per curare un tumore maligno o tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo; intanto rischia ogni giorno l’infarto. E meno male che il documento è stato spedito per posta prioritaria perché s’imponeva una risposta immediata! Il tutto conseguirebbe sostanzialmente alla riorganizzazione dello smistamento corrispondenza, di recente accentrato a Piedimonte Matese per tutti gli uffici dell’intero comprensorio e sottratto alle competenze dei direttori di filiale che finora hanno potuto organizzarlo in modo più o meno soddisfacente. Ora invece tutta la posta del comprensorio viene portata a Piedimonte dove, dalle cinque alle sette di ogni mattina (lavoro nottuno?) gli addetti devono suddividerla e smistarla per le rispettive destinazioni, dove dovrebbe giungere entro le otto affinché i portalettere possano prenderla in carico e iniziare il giro quotidiano di consegna a domicilio. Anche a causa del solito problema ferie, però, arrivano spesso nuovi portalettere che ignorano nomi, toponimi e consuetudini, sicché spesso il recapito viene rinviato all’indomani e così via, aggravando sempre più la situazione che avrebbe indotto vari portalettere a darsi ammalati, aggiungendo problemi a problemi: finché non interverrà qualche magistrato?
fonte: teleradionews.

0 commenti: