martedì 23 dicembre 2008

Petteruti non vuol finire ai giardinetti e prepara la scena per ritirare le dimissioni

CASERTA – L’incipit è fin troppo semplice: come volevasi dimostrare. Ma ve li immaginate la mattina di San Silvestro e la mattina di Capodanno Nicodemo Petteruti e Lello Menditto insieme ai giardinetti a portare a far pipì il cane di Iaselli? Qualcuno la scena la sogna come estensione onirica di un desiderio, che è destinato, però, a rimanere pio. Almeno per ora. Perché tutto vogliono fare Nicodemo Petteruti e Lello Menditto, che insieme accumulano sulla carta di identità un secolo e mezzo o poco meno, fuorché spostarsi dal cono di luce, trasferendosi nell’ombra di una meritatissima e auspicatissima quiescenza. Tanto più che il colpo di testa non sarebbe assolutamente gradito a Sandro De Franciscis, il quale ha bisogno di un po' di tempo per preparare eventualmente la propria candidatura a sindaco di Caserta. Ovviamente, l'ingegnere strutturista, che da due anni dà a bere a questa città la frottolona di essere un duro irriduibile, di non essere uno buono per tutte le stagioni e per tutte le condizioni politiche, di non essere uno che vuole stare lì a dispetto dei santi, ha bisogno di una sponda per ritirare le dimissioni senza che il nodo politico centrale, relativo alla risoluzione dei problemi interni del Pd venga dipanato, così come aveva pur chiesto solennemente Petteruti all’atto delle dimissioni. E la sponda al primo cittadino gliela starebbero per offrire i sei consiglieri di maggioranza “extra Pd”, quelli che gli sono stati più vicini in questo periodo e che non si sono tirati indietro quando gli è stato chiesto di fare al sindaco e a Menditto quest’ennesimo favore. Un documento in cui verrebbe chiesto, stando alle indiscrezioni filtrate, il ritiro immediato delle dimissioni, a prescindere dalla risoluzione della questione del presidente del Consiglio comunale, che, di per sé, rappresenta il paradigma delle insanabili divisioni biologiche e antropologiche che hanno dato corpo a fondamenta fragili come la carta velina. Vai, Petteruti, quella passeggiata ai giardinetti è rinviata di almeno due anni. Come dice Veltroni: si può fare, c’è da fare, soprattutto c’è da fare un piano regolatore. E tutto questo non può essere sotteso al problema di un Di Palo, di un Toscano o di una Bonavolontà. Auguri, Caserta. Autore: Gianluigi Guarino - Fonte: CasertaC'è

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