lunedì 29 dicembre 2008

Camorra e politica, Porfidia nella bufera. La Mobile indaga su di lui per il 416 bis. Di Pietro pronto a sospenderlo

CASERTA - "Art. 416-bis, codice penale - Associazione di tipo mafioso - Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da tre a sei anni. Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da quattro a nove anni. L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri. Se l'associazione è armata si applica la pena della reclusione da quattro a dieci anni nei casi previsti dal primo comma e da cinque a quindici anni nei casi previsti dal secondo comma. L'associazione si considera armata quando i partecipanti hanno la disponibilità, per il conseguimento della finalità dell'associazione, di armi o materie esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di deposito. Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà. Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l'impiego. Decadono inoltre di diritto le licenze di polizia, di commercio, di commissionario astatore presso i mercati annonari all'ingrosso, le concessioni di acque pubbliche e i diritti ad esse inerenti nonché le iscrizioni agli albi di appaltatori di opere o di forniture pubbliche di cui il condannato fosse titolare. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso". Sarebbe questa l'ipotesi investigativa che ha mosso gli uomini della Squadra Mobile di Caserta, diretti da Rodolfo Ruperti, a carico del deputato dipietrista di Recale, Americo Porfidia.Di lui, nei giorni scorsi, quotidiani nazionali, come casertac'è aveva riferito, si erano occupati a proposito del suo coinvolgimento nelle intercettazioni raccolte nell'inchiesta giudiziaria che ha rivelato lo scandalo Magnanapoli (con lui era citato anche il senatore alleanzino Gennaro Coronella).Ora ritorna sulla questione il Sole 24 Ore. In un articolo del 27 dicembre, Laura Viggiano racconta delle indagini della Mobile casertana sul parlamentare dell'Italia dei Valori.Un diverso filone, probabilmente, citato dalla Dia nell'inchiesta napoletana. Indagini sulle quali non trapelano finora altri dettagli. Fonte: CasertaC'è

0 commenti: